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L’uso politico della storia e l’ignoranza | L’analisi di Angelo Panebianco

“Israele uguale nazismo? Cosa succede quando l’uso politico della storia si incontra con l’ignoranza della storia?” Domande che si pone Angelo Panebianco sul Corriere della Sera sottolineando che “l’uso politico della storia non è certo una novità. È sempre stato praticato. Si ricorre strumentalmente all’uno o all’altro esempio storico scegliendo l’interpretazione che si ritiene più conveniente al fine di dare sostegno, di fornire legittimità, alla posizione politica che si sta difendendo. Ma se la novità non sta certo nell’uso politico della storia, è nuovo il contesto in cui vi si fa ricorso.

La novità consiste nel fatto che oggi una parte ampia dei ceti istruiti (o supposti tali), specie delle generazioni più giovani, è incapace di pensare la storia e, spesso e volentieri, non possiede neppure le semplici nozioni storiche che un tempo fornivano le scuole superiori. È un fenomeno che gli storici di professione da tempo stigmatizzano.

Viviamo in società immerse in un eterno presente. Il processo – ricorda l’editorialista – è cominciato nell’era televisiva. La Rete ha esasperato la tendenza. Le ricerche condotte dagli specialisti della comunicazione danno al riguardo indicazioni chiare: una grande quantità di persone che vive immersa nel presente ha perduto la capacità di capire che il presente è influenzato dal passato. A qualcuno è stato detto che un tempo (il quando, nonché il contesto, ovviamente, sono irrilevanti) è esistita una cosa denominata nazismo e di cui null’altro importa sapere se non che si trattava del male assoluto.

Inoltre, quel qualcuno ha sviluppato nel tempo un odio viscerale nei confronti di Israele, Stato percepito come più potente dei suoi vicini e colpevole di essere appoggiato dall’Occidente. L’accostamento diventa automatico: Israele uguale nazismo. Non c’è alcun bisogno di sapere qualcosa né della storia del nazismo né di quella di Israele per stabilire l’associazione. E poiché ignoranza della storia significa anche ignoranza di cosa sia e di quanto abbia storicamente pesato l’antisemitismo, non sorprende che una quantità così elevata di studenti universitari, da Harvard alle università europee, non abbia problemi a fare un simile accostamento. Come sempre in questi casi – conclude – hanno un ruolo sia i cattivi maestri che i processi imitativi”.

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