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[Lo scenario] Ora Biden teme l’escalation di Putin. Spaventano gli scoop del New York Times e Washington Post 

Ora Joe Biden teme l’escalation di Putin e l’allargamento del conflitto ben al di là dei confini dell’Ucraina. Si spiega così la reazione Usa allo scoop del New York Times sul ruolo decisivo dell’intelligence americana nell’uccisione di diversi generali russi sul terreno del conflitto ucraino.

Il Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca ha accusato il New York Times di essere “irresponsabile”. “Gli Stati Uniti forniscono informazioni sul campo per aiutare gli ucraini a difendere il loro Paese”, ha dichiarato la portavoce del Consiglio, Adrienne Watson, ai media americani. “Non forniamo informazioni di intelligence con l’obiettivo di uccidere generali russi”, ha sottolineato la Casa Bianca.

Che siamo di fronte ad una fase molto pericolosa lo sottolinea Charles Kupchman, ex consigliere per gli affari internazionali di Barack Obama e docente della Georgetown University. 

La paura del 9 maggio

“Ci stiamo avvicinando al 9 maggio, giorno in cui la Russia celebrerà la vittoria della Seconda Guerra Mondiale. Qui a Washington ci aspettiamo che Putin possa annunciare qualcosa di clamoroso” spiega Kupchman al Corriere della Sera.

Biden – secondo Kupchman – teme di scivolare in un conflitto che poi lo costringerebbe a inviare soldati americani.

“Occorre con urgenza stabilire gli obiettivi della NATO in questa guerra. Biden dovrebbe avere subito un confronto con gli alleati”.

E a riprova di quanto affermato da Kupchman oggi la Casa Bianca ha annunciato che 

Biden organizzerà una call con i leader del G7.

“Stiamo organizzando una telefonata tra BIDEN e i leader del G7 per i prossimi giorni”. Lo ha detto la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, in un briefing con la stampa. 

La guerra delle informazioni 

Finora l’amministrazione americana non ha mai fatto mistero di condividere con Kiev informazioni di intelligence, come quelle che hanno consentito di sventare il blitz all’aeroporto della capitale poco dopo l’invasione. Fa parte della campagna per sostenere l’Ucraina, insieme agli aiuti militari, economici e umanitari. Lo stesso generale Mark Milley, capo dello stato maggiore congiunto Usa, ha confermato al Senato che prima e durante l’invasione dell’Ucraina il Pentagono ha “aperto i rubinetti” e dato “informazioni significative” a Kiev. Ma la Casa Bianca la considerava una forma sicura di aiuto perché invisibile o, almeno, negabile. 

Grande rischio 

Rendere pubblico che i dati sono utilizzati per eliminare i vertici militari e la catena di comando russa aumenta invece il rischio di una allargamento del conflitto. Tanto più dopo che il capo del Pentagono Lloyd Austin ha dichiarato che Washington “vuole vedere la Russia indebolita a tal punto che non possa più fare cose come quelle che ha fatto invadendo l’Ucraina”. Gli ufficiali ucraini sostengono di aver eliminato ben 12 generali russi al fronte, un numero che ha stupito gli esperti militari. Le fonti del NYT si sono rifiutate di specificare quanti generali siano stati uccisi grazie all’assistenza Usa e hanno sottolineato che non tutti gli strikes sono stati effettuati con l’aiuto dell’intelligence americana, che ad esempio non avrebbe avuto alcun ruolo in quello dello scorso weekend contro il capo di stato maggiore russo Valery Gerasimov, riuscito comunque a salvarsi. Gli Stati Uniti, precisano, vietano loro stessi di fornire informazioni segrete sugli ufficiali più alti in grado delle forze armate del Cremlino. 

La Moskva affondata dall’aiuto americano

Ma non è tutto, il Washington Post rivela che gli Stati Uniti hanno fornito all’Ucraina informazioni che hanno aiutato Kiev ad attaccare e affondare l’ammiraglia della flotta russa del Mar Nero, la Moskva, in uno dei più drammatici successi sul campo di battaglia della guerra di 71 giorni. L’attacco missilistico delle forze ucraine ad aprile si è trasformato uno straordinario imbarazzo per il Cremlino che ha privato la Russia di una nave chiave nella sua campagna militare, potrebbe non essere stato possibile senza l’assistenza degli Stati Uniti – rivela il Washington Post – sottolineando quanto gli Usa siano coinvolti nell’Ucraina in lotta contro la Russia. Non è chiaro quanti marinai russi siano morti nell’attacco, ma i funzionari statunitensi ritengono che ci siano state vittime significative. 

Gli USA: “non sapevamo”

Nonostante fornissero informazioni sulla Moskva, gli Stati Uniti “non erano a conoscenza” della decisione dell’Ucraina di colpire la nave da guerra, ha affermato un funzionario statunitense. Il funzionario ha osservato che il governo degli Stati Uniti condivide la consapevolezza marittima con l’Ucraina per aiutare la nazione a difendersi dalle minacce, racconta sempre il Washington Post. L’intelligence statunitense ha anche concesso alle forze ucraine un vantaggio significativo, consentendo loro di localizzare le forze, le attrezzature e i centri di comando e controllo russi.

La base statunitense italiana

Gli Stati Uniti non forniscono informazioni “mirante” che indicano agli ucraini chi o cosa colpire. Il portavoce del Pentagono, John Kirby, sembrava fare questa distinzione il mese scorso quando gli è stato chiesto durante una conferenza stampa se un aereo di pattuglia della Marina degli Stati Uniti nella regione del Mar Nero “stava seguendo la Moskva prima che fosse attaccata dall’Ucraina e fornisse loro informazioni sul bersaglio”. Kirby ha affermato che il tipo di aereo in questione, il P-8 Poseidon di una base statunitense in Italia, è stato utilizzato come parte delle “missioni di polizia aerea” della NATO nell’area, spiega sempre il Washington Post.

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