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L’Italia impoverita dalla fuga dei talenti | L’analisi di Luigi Balestra

Un professore del Policlinico Sant’Orsola, con un elevato profilo internazionale, è stato chiamato nella qualità di full professor in gastroenterologia, presso il MD Anderson Cancer di Houston,uno dei Centri oncologici più importanti al mondo. Si occuperà di prevenzione al cancro del colon anche in popolazioni ad alto rischio, svolgendo attività clinica. Inoltre, gli è stato attribuito uno start up grant per portare oltre Oceano le sue ricerche.

Luigi Ricciardiello, con un invidiabile curriculum nel campo della ricerca oncologica, formatosi all’inizio della carriera negli Stati Uniti e poi rientrato a Bologna per assumere un ruolo strategico, tra l’altro, nella cura e nella prevenzione dei tumori al colon-retto, a partire dal primo marzo “ritorna” oltreoceano per assumere una prestigiosa posizione apicale.

Un’occasione straordinaria, capace di imprimere una svolta, professionale ma non solo, nella vita di chiunque. Al tempo stesso, in uno scenario in cui la contemporaneità ha accelerato a dismisura la mobilità degli individui per motivi lavorativi, trattasi di un’opportunità che ben può costituire motivo di vanto per l’Istituzione di appartenenza, per l’appunto l’Alma Mater, orgogliosa in ragione di una chiamata d’eccellenza di un proprio docente.

Un evento, dunque, da celebrare, per lo meno se riguardato con occhi focalizzati sulla chiamata da parte di una grande realtà sanitaria americana, poiché disvelatrice di una delle tante eccellenze italiane accreditatesi all’estero. In questo non bisogna essere aprioristicamente contrari alla mobilità verso l’esterno.

Epperò, e qui si innesta una riflessione, la bilancia commerciale – a voler usare un’espressione tipica del linguaggio economico – segna un saldo negativo piuttosto netto per l’Italia, in virtù di un processo che vede molti concittadini di assoluto valore tentare migliore sorte all’estero.

Del resto, se ciclicamente si parla di rientro dei cervelli, favorito anche attraverso la previsione di agevolazioni di vario genere per chi decida di far ritorno in Italia, ciò vuol dire che esiste una questione, di cui peraltro chiunque è in grado di rendersi agevolmente conto, di eccessiva migrazione verso l’estero.

Il rischio è di un impoverimento delle risorse impiegabili nello sviluppo della progettualità del Paese; rischio peraltro acuito dal fatto che sono risorse formatesi nel contesto nazionale e, dunque, a spese del bilancio dello Stato e – in definitiva – dei contribuenti.

Il progresso di una società è invero imprescindibilmente legato alla capacità della medesima di coltivare la ricerca, ovviamente in ambiti molteplici, favorendo la sedimentazione capillare di centri operativi, popolati da donne e da uomini professionalmente e umanamente preparati, idonei a fungere da polo di attrazione di figure di spessore.

Ora, se ci si sofferma sulla posizione formale rivestita in Italia da Ricciardiello – professore associato – e la si compara con quella che conseguirà negli Stati Uniti, emerge irrimediabilmente un’aporia. Ricciardiello, ancorché ne venga riconosciuta la statura di ricercatore d’eccellenza, non ricopre ruoli, dal punto di vista formale, adeguati rispetto a quanto nel corso del tempo ha saputo dimostrare. In guisa che, viene immediatamente da chiedersi come sia possibile che uno scienziato dotato di una professionalità a tal punto rilevante da catturare l’attenzione di uno dei più importanti centri oncologici al mondo, non rivesta in Italia una posizione corrispondente allo standing scientifico posseduto.

Diviene lecito interrogarsi se, al di là della grande occasione e dei motivi di vanto, un consimile addio non debba essere piuttosto visto come una perdita per il sistema universitario e sanitario italiano, incapace di trattenere una delle sue espressioni più significative.

Ancora una volta pare tornare in gioco il merito, troppo spesso negletto in plurimi contesti.

Con un’aggravante, se così la si vuol etichettare: la salute è un bene, oltre che un diritto, fondamentale, la cui preservazione deve occupare un posto di preminenza nella scala delle priorità.

(Pubblicato sul Corriere della Sera – Edizione Bologna il 2 marzo 2024)

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