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L’inflazione è all’1,8%, ma non cantiamo vittoria | L’analisi di Innocenzo Cipolletta

In Italia, nel mese di ottobre, l’inflazione è scesa sotto il 2%: la variazione dei prezzi al consumo rispetto all’ottobre 2022 è stata dell’1,8%.

Il Governo può esserne soddisfatto, ma non può attribuirsene il merito, senza assumersi anche la responsabilità della sua precedente accelerazione iniziata proprio nell’ottobre del 2022.

Infatti, questo risultato era scontato, tanto che il 7 luglio scorso scrissi un InPiù che affermava: l’inflazione “resterà elevata fino a ottobre e poi scenderà verso il 2%”.

Era facile da capire. Infatti, nell’ottobre del 2022 ci fu una crescita dei prezzi eccezionale del 3,4% rispetto al mese precedente, a causa prevalentemente dell’aumento delle tariffe energetiche deciso dalle autorità e di altri prezzi influenzati dai rincari a monte.

Questo scalino ha influenzato la dinamica della variazione dei prezzi, confrontati con i dati dell’anno precedente, fino a tutto ottobre 2023.

Poiché i prezzi al consumo nell’ottobre scorso sono addirittura scesi dello 0,1%, siamo riusciti a riportare l’inflazione media sotto il 2%.

Purtroppo, è presto per cantare vittoria, perché l’inflazione al netto dell’energia e dei prodotti stagionali resta ancora elevata.

È comunque un primo passo che accomuna molti Paesi europei e che dovrebbe tranquillizzare la Bce e indurla a evitare nuovi aumenti dei tassi d’interesse.

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