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L’export agroalimentare italiano cresce del +7,6% annuo dal 2012 | L’analisi

È cresciuto del 7,6% all’anno negli ultimi 10 anni l’export agroalimentare italiano: un incremento medio annuo superiore a quello mondiale, pari al +5,6% nel decennio.

E, per l’agroalimentare made in Italy, la quota di mercato è passata dal 2,8% del 2012 al 3,4% nel 2022.

È quanto emerge dal rapporto sull’Agroalimentare italiano presentato oggi a Roma da Ismea.

Il peso dell’export tricolore sulle spedizioni comunitarie si attesta al 10%, al pari di quello spagnolo, più contenuto di quello francese e tedesco.

Ma in generale, e presso la quasi totalità dei principali paesi acquirenti, l’Italia ha migliorato il suo posizionamento competitivo.

Nel triennio più recente, tra il 2019 e il 2022, le esportazioni agroalimentari italiane sono aumentate del 34%, superando il record di 60 miliardi di euro nel 2022 e, nello stesso periodo, le importazioni sono cresciute del 37%.

La bilancia commerciale agroalimentare, aggiunge Ismea, è migliorata nel triennio, con il saldo in attivo nel 2020 e nel 2021; mentre nel 2022 il saldo è tornato in negativo, anche se di poco.

Nel confronto con i partner europei, il settore agroalimentare tedesco è quello che mostra il maggior livello d’integrazione commerciale internazionale; la Francia, al contrario, è il paese più orientato al proprio mercato interno (vini a parte).

L’Italia, conclude Ismea, è leader mondiale nell’export di trasformati di pomodoro, pasta, vino, formaggi; la Spagna si focalizza su ortofrutta, olio d’oliva e carni suine.

Nel complesso, considerando i primi 20 prodotti esportati da ciascun paese, l’Italia è seconda solo alla Francia in termini di prezzo medio.

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