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[L’evento] Responsabilità, qualità e competenze. Il tempo nuovo delle infrastrutture in Italia

Responsabilità, qualità e competenze: queste le parole chiave dell’evento “Infrastrutture e manutenzione. Oltre gli slogan per un tempo nuovo”, organizzato da Anceferr che ha visto la presenza, tra gli altri, dell’ad del Gruppo FS, Luigi Ferraris, del presidente del CNEL e Coordinatore del Tavolo PNRR, Tiziano Treu, dell’ad e direttrice generale di RFI, Vera Fiorani, l’Ad di Anas, Aldo Isi.

«La prima parola che introduco è “responsabilità”. Gli investimenti in infrastrutture sono debito buono. Gli investimenti in manutenzione sono debito buono. Lo sono perché riguardano l’ammodernamento del Paese e la sicurezza dei cittadini. Lo sono perché è necessario diminuire il gap logistico con gli altri Paesi europei con cui le nostre imprese si ritrovano a concorrere, svantaggiate già in partenza. La lunga serie di scadenze cruciali che il prossimo governo dovrà prendere in carico, per l’economia e la ripresa del Paese, richiede un forte senso di responsabilità sia per assicurare quella stabilità che tutto il mondo produttivo chiede, sia per affrontare la grave crisi in atto», ha detto il presidente dell’Anceferr, Vito Miceli, nella sua relazione di apertura.

«La seconda parola che volevo consegnarvi, come logica conseguenza, è la parola “qualità”. I fondi del PNRR stanno offrendo una grande opportunità alle aziende che non è limitata alle sole risorse economiche da impiegare, ma anche e soprattutto alle risorse umane da formare con competenze specifiche. Siamo fermamente convinti che un’impresa di qualità oggi debba includere nella propria struttura operativa un settore dedicato alla progettualità» ha spiegato «con personale che abbia competenze, requisiti di idoneità tecnico/professionale, specializzato e formato, per organizzare e coordinare le attività, per gestire gli aspetti documentali tecnici, per assicurare il corretto interscambio di informazioni tra i vari soggetti coinvolti».

«Un’impresa di qualità deve avere una forza lavoro stabile perché significa che l’imprenditore ha investito sulla preparazione e sulla professionalità dei propri dipendenti. Un’impresa di qualità, oltre che dotarsi di tecnologie, uomini e organizzazione, deve far sì che tutte le attività produttive si svolgano in piena sicurezza, riducendo al minimo i rischi connessi alle attività per i lavoratori e l’ambiente. E veniamo alla terza parola “formazione”. Anni fa» ha proseguito «si parlava di alternanza scuola-lavoro, io credo che oggi si debba auspicare un’alleanza scuola-lavoro; investire sul futuro di giovani tecnici è soprattutto un investimento sul futuro del nostro sistema Paese».

«E allora colgo l’occasione per lanciare un appello al mondo della politica, e in prospettiva al governo che verrà: è assolutamente prioritario investire sulla formazione, su percorsi di studi al passo con i tempi, e quindi di investire sui giovani e le donne in modo da facilitare il loro accesso al lavoro». Miceli ha infine lanciato un appello al prossimo governo: «Ci sono circostanze, eventi, congiunture, crisi che peggiorano il quadro di una già non facile situazione delle imprese, in favore delle quali occorre individuare, insieme, una strategia».

«Lo stravolgimento del mercato del lavoro determinato dai bonus edilizi ha generato assunzioni improvvise e massicce di tecnici da parte di enti e società pubbliche. La mancanza di un opportuno e contestuale piano di programmazione e regolamentazione ha di fatto sottratto agli operatori economici personale da essi stessi formato. L’appello accorato che quindi lancio è: promuoviamo e costruiamo insieme un nuovo mondo del lavoro, diverso, più evoluto, inclusivo, resiliente, professionalizzante e adeguato ai mutamenti della società».

«Da imprenditore propongo al futuro Governo che l’adozione di politiche adeguate sull’immigrazione di lavoratori e di figure professionali e professionalizzanti non è solo solidarietà ma è inclusione. Cercare la via della collaborazione fra tutti gli attori economici e no, superando lo storico antagonismo: è il principio della sussidiarietà orizzontale sancito dalla nostra Costituzione. E con questo auspicio lascio spazio ai nostri ospiti e agli interessanti argomenti che andiamo a trattare», ha concluso.

Per il presidente del Cnel, Tiziano Treu, un tema vitale per il nostro futuro, su cui il Pnrr investe molto, è proprio quello delle infrastrutture. «L’Italia ha bisogno di essere rafforzata nelle infrastrutture fondamentali sia quelle materiali, in particolare quelle ferroviarie che fanno bene anche all’ambiente, ma anche nell’aspetto della manutenzione perché non basta investire e fare nuove opere, occorre mantenerle in buona condizione sia per la sicurezza che per la qualità del servizio. La struttura ferroviaria che ha forti finanziamenti e che sarà ammodernata ha bisogno di una manutenzione all’altezza».

«Dal punto di vista del CNEL la manutenzione è una attività che impegna tante risorse umane e di qualità, anzi, nel prossimo futuro la creazione del lavoro sarà molto in quella che si chiama l’economia della manutenzione. La manutenzione delle infrastrutture è la grande sfida», ha aggiunto Treu. L’amministratore delegato del Gruppo Ferrovie dello Stato, Luigi Ferraris, ha parlato dell’importanza del Pnrr che «ci dato la possibilità di ripartire, ora dobbiamo fare le cose con determinazione e non dobbiamo smettere di programmare. Da qui a fine anno sono previste numerose gare che ci permetteranno di rispettare i tempi. Il Pnrr va rispettato nei tempi perché ha rappresentato una bussola per far partire gli investimenti».

Secondo Ferraris per il mondo delle infrastrutture serve pianificare, «per poter fare sistema, far nascere nuova professionalità e nuove imprese, ma per farlo abbiamo bisogno di stabilità e visibilità. Abbiamo il compito, assieme alle istituzioni, di creare un minimo di certezza. Dove si annidano le criticità vere? Nelle competenze, gli enti locali devono realizzare una serie di opere ma mancano le competenze, abbiamo un gap che va colmato. Avere a disposizione questa mole di investimenti deve servire anche per investire sulle persone e formare nuove professionalità» e competenze, ha concluso.

«Il nostro piano industriale è fatto di infrastrutture nuove e di manutenzione di quelle esistenti, la vera sfida nei prossimi anni» ha detto Aldo Isi, amministratore delegato di Anas «sarà quella di riuscire a realizzare in tempi adeguati e certi questi interventi che hanno carattere di urgenza. L’esigenza è la cura delle infrastrutture esistenti. Abbiamo 18mila ponti risalenti agli anni ‘60 e questo è un tema importante da gestire. Il nostro piano industriale è fondato sulla sicurezza delle infrastrutture esistenti, questo è il pilastro fondamentale».

Vera Fiorani, ad e direttrice generale di RFI, infine, ha spiegato che «nell’ambito del Pnrr abbiamo richiesto 4,4 miliardi per 55 opere, secondo il dl aiuti, di fondi aggiuntivi per il caro materiale. L’aggiornamento del caro materiale è stato necessario per adeguare i piani economici dei progetti. Abbiamo avanzato la richiesta e ora ci vorrà qualche settimana, ma questi fondi fanno riferimento al programma dei 25 miliardi» ha concluso «di questi, nel frattempo, 4 miliardi si sono già realizzati».

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