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[L’analisi] Ecco cosa pensano gli italiani della crisi dell’energia. E dei rischi che corriamo

Secondo quanto rilevato dalla nuova ricerca di Changes Unipol, realizzata ed elaborata da Ipsos, 9 italiani su 10 si dichiarano preoccupati per la crisi energetica in corso. L’indagine si è preoccupata di misurare le preoccupazioni degli italiani nel contesto della crisi bellica in Ucraina, alla luce delle difficoltà negli approvvigionamenti di energia e dei rincari dei prezzi. Ad impensierire è soprattutto la continua dipendenza dalle importazioni di energia dall’estero, indicata dal 35% degli italiani come la prima preoccupazione in assoluto e comunque, per oltre 2 intervistati su 3, tra le prime tre preoccupazioni.

L’area metropolitana dove questo timore è sentito maggiormente è Milano (dove il 48% lo indica al primo posto), seguita da Bologna (42%), Verona (39%) e Firenze (38%), mentre la Generazione X (tra 41 e 56 anni) è la fascia di età che, rispetto alle altre, mostra una sensibilità maggiore sul tema, indicato come preoccupazione principale nel 39% dei casi. I timori dei connazionali si concentrano, anche se con minore intensità, anche su altri due aspetti: il possibile ricorso all’energia nucleare – indicato dal 48% tra le principali preoccupazioni e, nel 23% dei casi, come prima minaccia in assoluto – e il rischio che non venga data priorità alla transizione energetica e alle fonti rinnovabili: in questo caso è il 54% degli italiani a mostrarsi nel complesso preoccupato, sebbene solo il 15% lo indichi come timore principale.

La riattivazione o l’apertura di centrali a carbone è fonte di preoccupazione per il 43% degli italiani ed è la principale preoccupazione per 1 italiano su 10, ma questo timore raddoppia tra chi vive in prossimità di queste centrali (18% vs 9%). Minore inquietudine destano, invece, la costruzione o l’aumento di produzione dei rigassificatori e la costruzione di nuovi gasdotti, indicati entrambi soltanto dal 4% degli intervistati come maggiore minaccia.

Mentre un possibile ricorso all’energia nucleare preoccupa di più al Sud (Bari 25%, Napoli 24%, Palermo 23%), è a Roma e Napoli che è maggiore il timore di un depotenziamento della Transizione Ecologica, rispettivamente nel 21% e nel 20% dei casi, anche in considerazione del fatto che in entrambe le città la corrispondente missione del PNRR era ritenuta tra quelle prioritarie. I segmenti di popolazione più “anziana” (i Baby boomers, tra 57 e 74 anni) e i più giovani (la Generazione Z, tra 16 e 26 anni) mostrano una maggior sensibilità verso il possibile ricorso al nucleare, visto come minaccia principale rispettivamente nel 24% e nel 25% dei casi. Generazione Z e Millennials (tra 27 e 40 anni) manifestano invece una maggior propensione verso il timore di un rallentamento della transizione alle rinnovabili (nel 17% dei casi).

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