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La tregua tra le due potenze asimmetriche | L’analisi di Angelo Panebianco

Angelo Panebianco si occupa dei rapporti tra Usa e Cina dopo l’incontro di San Francisco fra Joe Biden e Xi Jinping, che ha sancito (forse) una tregua tra le due potenze rivali. Tra le quali, sottolinea Panebianco, esiste un’asimmetria.

Gli Stati Uniti sono una democrazia e i suoi processi decisionali sono abbastanza trasparenti: il governo risponde agli elettori. La Cina è invece un regime dispotico e la sua politica è decisa segretamente da Xi Jinping e dal suo gruppo di collaboratori. Per dire che, ad esempio, nessuno sa se e quando la Cina deciderà che sia venuto il momento di prendersi Taiwan.

Si sprecano i confronti con la Guerra fredda. Ma sono sbagliati. Sia perché, a differenza della vecchia Unione Sovietica, la Cina è parte integrante del sistema economico internazionale. Sia perché non c’è niente di simile oggi ai rigidi blocchi (cementati dall’ideologia) dell’epoca del bipolarismo Usa/Urss. La rigidità del sistema internazionale di allora permise alle superpotenze (ma dopo avere superato momenti di tensione acuta, da Berlino alla crisi missilistica di Cuba) di stabilire delle regole di convivenza.

Oggi i rapporti internazionali sono assai più fluidi, le alleanze meno solide di un tempo, ed è quindi difficile, se non impossibile, che le due massime potenze possano stipulare (e rispettare) un patto di convivenza nel lungo periodo. Sulla carta dunque il mondo occidentale ha ancora molte risorse da mettere in campo per contrastare le spinte a modificare a suo sfavore lo status quo internazionale. Ma solo sulla carta. Perché tale mondo è oggi fragile (su questa evidente fragilità puntano le potenze autoritarie). La società occidentale è alle prese con l’odio per se stessa, il rifiuto di ciò che più la caratterizza, ossia la democrazia liberale, che sono cresciuti al suo interno.

C’è il serio rischio di una vittoria di Donald Trump nelle prossime elezioni presidenziali americane. Se Trump vincesse l’impatto sul mondo occidentale nel suo insieme sarebbe devastante. C’è l’antisemitismo dilagante senza più freni e inibizioni. Ci sono, in tutto l’Occidente, prestigiose università, nelle quali si formano le classi dirigenti, in cui minoranze vocianti si sono votate alla causa anti- occidentale. Ci sono significative correnti di opinione filo-putiniane. Si pensi a come cambierebbero gli equilibri europei in caso di una forte affermazione elettorale di Alternative für Deutschland, l’estrema destra tedesca. O alla forza dell’estrema destra e dell’estrema sinistra in Francia. La Nato, l’Unione europea, le gambe su cui la società occidentale si sostiene, potrebbero risultare, prima o poi, seriamente indebolite.

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