L’Unione europea deve puntare ad abbassare i prezzi dell`energia continuando il processo di decarbonizzazione e di aumento dell’economia circolare. È questo il suggerimento che Mario Draghi fornisce all’Ue nel suo rapporto sulla competitività presentato oggi a Bruxelles.
RAPPORTO, ELEVATI PREZZI ENERGIA OSTACOLANO CRESCITA UE
“Gli alti costi dell’energia in Europa sono un ostacolo alla crescita, mentre la mancanza di capacità di generazione e di rete potrebbe impedire la diffusione della tecnologia digitale e l’elettrificazione dei trasporti”, scrive Draghi nell’introduzione al suo Rapporto sulla competitività Ue.
“Secondo le stime della Commissione, i prezzi elevati dell’energia negli ultimi anni hanno inciso sulla crescita potenziale in Europa. Inoltre, i prezzi dell’energia continuano a influenzare il sentimento di investimento delle imprese molto più che in altre grandi economie. Circa la metà delle imprese europee considera i costi dell’energia un ostacolo importante agli investimenti, con un aumento di 30 punti percentuali rispetto alle imprese statunitensi”, ha aggiunto Draghi.
“Anche i prezzi dell’energia sono diventati più volatili, aumentando il prezzo della copertura e aggiungendo incertezza alle decisioni di investimento. Senza un aumento significativo della capacità di generazione e di rete, l’Europa potrebbe anche trovarsi di fronte a limitazioni nel rendere la produzione più digitale, in quanto la formazione e l’esecuzione di modelli di intelligenza artificiale e la manutenzione dei centri dati sono ad alta intensità energetica. I data center sono attualmente responsabili del 2,7% della domanda di elettricità dell’Ue, ma entro il 2030 il loro consumo dovrebbe aumentare del 28%”, ha proseguito.
“La decarbonizzazione offre all’Europa l’opportunità di abbassare i prezzi dell’energia e di assumere un ruolo guida nelle tecnologie pulite (‘clean tech’), diventando al contempo più sicura dal punto di vista energetico. La decarbonizzazione del sistema energetico europeo implica la massiccia diffusione di fonti energetiche pulite con bassi costi marginali di generazione, come le energie rinnovabili e il nucleare. Alcune regioni dell’Ue sono dotate di un elevato potenziale di fonti energetiche rinnovabili competitive dal punto di vista dei costi: ad esempio, l’energia solare nell’Europa meridionale e l’energia eolica nel Nord e nel Sud-Est”, ha concluso.
DRAGHI, DECARBONIZZAZIONE SIA FONTE DI CRESCITA
“Noi vogliamo che la decarbonizzazione sia una fonte di crescita, questo è il principio di base. Se tutte le politiche sono sincronizzate con tutti gli obiettivi climatici, allora la decarbonizzazione sarà un grande opportunità di crescita”,ha assicurato Draghi sottolineando che “l’Europa deve aumentare la sicurezza e ridurre le dipendenze. Data la sua elevata apertura commerciale e la dipendenza dalle importazioni che vanno dalle materie prime alla tecnologia avanzata, dovrà sviluppare una vera e propria politica economica che coordini gli accordi commerciali preferenziali e gli investimenti diretti con le nazioni ricche di risorse, la costruzione di scorte in aree critiche selezionate e la creazione di partenariati industriali per garantire la catena diapprovvigionamento delle tecnologie chiave”.
DRAGHI; BENE SU RINNOVABILI, AL 22% RISPETTO AL 14% DELLA CINA
“La diffusione delle energie rinnovabili in Europa sta già aumentando, raggiungendo circa il 22% del consumo finale lordo di energia dell’Ue nel 2023, rispetto al 14% della Cina e al 9% degli Stati Uniti. Allo stesso tempo, l’Europa ha un forte potenziale innovativo per soddisfare la crescente domanda interna e globale di soluzioni energetiche pulite”, ha concluso Draghi ricordando che “l’Ue mira a ottenere almeno il 42,5% del suo consumo energetico da fonti rinnovabili entro il 2030, il che richiederà di triplicare quasi la sua capacità installata di energia solare fotovoltaica e di raddoppiare la sua capacità di energia eolica”.