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[Il documento] ISTAT: temperatura media in aumento nelle grandi città, sempre più diffusa la forestazione urbana

REPORT-CAMBIAMENTI-CLIMATICI-2022

Nei capoluoghi di regione la temperatura media annua segna un’anomalia di +1,2°C sul valore climatico 1971-2000. In crescita anche alcuni estremi di caldo: +15 giorni estivi e +18 notti tropicali.

La precipitazione totale scende in media di 132 mm sul corrispondente valore del periodo 2006-2015.

Sempre più diffusi gli interventi di forestazione urbana, utili per la mitigazione, presenti in 47 capoluoghi (31 nel 2011), per una superficie complessiva di 11,6 milioni di m2.

Nelle tre maggiori città l’inquinamento atmosferico è in lieve miglioramento, ma Milano è penalizzata dalla scarsa presenza di aree verdi, Roma ha il tasso di motorizzazione più elevato e Napoli il parco circolante più obsoleto.

Cambiamenti Climatici: quali misure statistiche?

I Cambiamenti Climatici (CC) rappresentano una delle più grandi sfide per l’umanità e sono strettamente interconnessi alla sostenibilità dello sviluppo e al degrado ambientale. Nell’ultima Conferenza della Nazioni Unite sul Clima COP26 (novembre 2021), 197 Paesi hanno adottato il Glasgow Climate Pact, indicando in +1,5°C l’obiettivo per contenere la temperatura media sotto la soglia critica.

Nel pacchetto clima ed energia Fit for 55 di luglio 2021 l’Unione europea ha adottato strategie di policy per raggiungere entro il 2030, nell’ambito del Green Deal, la riduzione delle emissioni di gas serradel 55%, e fronteggiare i cambiamenti climatici.

Le statistiche connesse ai Cambiamenti Climatici comprendono tutti quei dati ambientali, sociali, economici che misurano le cause antropiche dei cambiamenti climatici, gli impatti sui sistemi naturali e antropici, gli sforzi per contrastarne le conseguenze e per adattarsi a queste.

Diversi quadri statistici tra loro coerenti e integrati sono stati sviluppati nel corso degli anni in ambito internazionale (v. Nota metodologica). La Commissione economica delle Nazioni Unite per l’Europa (UNECE) ha fornito indicazioni metodologiche per lo sviluppo di misure statistiche nazionali relative ai cambiamenti climatici e selezionato 44 indicatori, che rispondono a requisiti di solidità metodologica, disponibilità dei dati e rilevanza politica.

I 44 indicatori coprono le aree connesse alle cause antropiche, distinte tra determinanti (9 indicatori) ed emissioni di gas climalteranti (9), agli impatti sui sistemi antropici e naturali (13), alle risposte del sistema socio-economico per ridurre le cause dei CC attraverso azioni di mitigazione (8) o per reagire alle loro conseguenze medianti azioni di adattamento (5).  

A livello nazionale, le misure statistiche sono rilevanti per il monitoraggio della Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile, del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e del Piano per la Transizione Ecologica (Pte).

In ambito urbano sono più evidenti gli aspetti legati ai cambiamenti climatici e alle conseguenze che possono derivarne e sono di  rilievo gli indicatori connessi: impatti dei CC (meteoclima e risorse idriche), determinanti (energia), azioni di mitigazione (interrelate all’inquinamento atmosferico, alla mobilità urbana e alla forestazione), e azioni di adattamento (presenza di aree verdi).

In aumento la temperatura media nelle principali città italiane

Ai fini della transizione verso la neutralità climatica, un ruolo centrale è riconosciuto alle città per l’attività di governance e per essere hot spot climatici, aree molto colpite da eventi avversi legati a variabilità e cambiamento del clima. Aumenti della temperatura dell’aria, variabilità di fenomeni meteorologici e intensificarsi di eventi estremi possono infatti determinare gravi conseguenze sulle città, caratterizzate da concentrazione demografica, alta densità di infrastrutture, attività economiche e patrimonio artistico.

Per fornire misure sui fenomeni climatici l’Istat produce annualmente statistiche e Indici di estremi meteo-climatici riferiti alle città capoluogo di provincia e città metroplitane in base a metodologie internazionalmente condivise.

Nel 2020 la temperatura media è pari a +16,3°C (calcolata come media dei valori di stazioni termo-pluviometriche dei 24 capoluoghi di regione e città metropolitane), in aumento di 0,3°C sul corrispondente valore medio del decennio 2006-2015.

Considerando solo i capoluoghi di regione, per i quali sono disponibili serie ampie e complete di dati, la temperatura media, pari a +15,8°C, mostra un’anomalia di +1,2°C rispetto al valore climatico 1971-2000 (periodo di riferimento per il calcolo di medie climatiche, denominato Normale Climatologica CLINO, cfr. Glossario).

In tutte le città le anomalie di temperatura media sono positive e dovute a rialzi della temperatura, sia minima che massima: le più alte si rilevano a Perugia (+2,1°C), Roma (+2°C), Milano (+1,9°C), Bologna (+1,8°C) e Torino (+1,7°C). (Figura 1).

Dal 1971 la temperatura media annua mostra un trend crescente per i capoluoghi di regione, con i valori più alti nel decennio 2011-2020. In particolare dal 2014, la temperatura media ha raggiunto  i +16°C, segnale di un riscaldamento in atto nei sistemi urbani.

Il 2020 si presenta come l’anno meno piovoso degli ultimi dieci, insieme al 2011, con una precipitazione totale annua di 661 mm (media delle stazioni osservate). Nelle principali città, sovrapposta alla  tendenza ad aumento generalizzato della temperatura media, la diminuzione della precipitazione è pari a -132 mm sul corrispondente valore medio del periodo 2006-2015.

Le anomalie negative di precipitazione interessano 22 città, con punte a Napoli (-423,5 mm), Catanzaro (-416) e Catania (-359,7). Nei capoluoghi di regione l’anomalia si attesta in media a -91 mm rispetto al valore climatico 1971-2000 e riguarda 15 città: in testa Napoli (-439,6 mm) seguono Genova
(-276,9 mm), Catanzaro (-262,1 mm), Firenze (-221,6 mm), Bologna (-211,9 mm) e Milano (-196).

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