Nel 2021 le famiglie con almeno uno straniero sono oltre 2 milioni e mezzo e rappresentano il 10% del totale delle famiglie che vivono in Italia. Rispetto al censimento del 2011 si contano circa 700mila unità familiari in più con almeno uno straniero. Gli stranieri nel decennio tra i due censimenti sono aumentati in totale di circa 1 milione di unità e le famiglie unipersonali, cresciute di oltre 400mila unità, rappresentano quindi il 40% dell’incremento totale della popolazione straniera. Emerge dal report Istat ‘Le famiglie con stranieri nei censimenti della popolazione 2021’.
Al censimento del 2021 – spiega l’Istat – sono state conteggiate 2.527.982 famiglie con almeno un componente straniero. Sono in prevalenza composte da una sola persona (38%), oltre un quarto delle famiglie considerate sono costituite da quattro o più componenti (27,3%) e di queste il 60% vive nel Nord Italia. Il 18,3% sono famiglie composte da due persone e il 16,3% da tre persone.
Nel decennio 2011-2021 il numero totale di queste famiglie con almeno un componente straniero è aumentato di circa 700mila unità (+38,3%). L’incremento totale è attribuibile per quasi il 60% alla crescita delle famiglie unipersonali (+73,6%) e per circa un quinto all’aumento delle famiglie con quattro o più componenti (+25,7%). L’incremento assoluto di queste famiglie determina un aumento anche della loro incidenza sul totale delle famiglie censite in Italia che passa dal 7,4% nel 2011 a quasi il 10% nel 2021.
Rispetto al Censimento del 2011, la dimensione delle famiglie in esame vede un aumento del peso relativo di quelle unipersonali sul totale, a fronte di un leggero calo registrato per le altre dimensioni famigliari.
Il Nord (63,2%), in particolare il Nord-ovest, è l’area più attrattiva per le famiglie con almeno un componente straniero, soprattutto per quelle con quattro e più componenti, seguite dalle famiglie con tre (60%) e con due componenti (57%). Le famiglie unipersonali per oltre la metà risiedono al Nord, per il 27,5% al Centro e per circa un quinto nel Mezzogiorno.
Al Nord c’è un tendenziale contro-bilanciamento tra le famiglie unipersonali (circa il 35%) e quelle con quattro o più componenti (circa il 30%), mentre quelle con due o tre componenti rappresentano quote che oscillano tra il 16 e il 18%.
Nel Centro e nel Mezzogiorno le unipersonali sono le famiglie più rappresentate (tra il 41 e il 45%) rispetto alle famiglie con almeno un componente straniero di queste aree geografiche, invece quelle più estese pesano sul totale della ripartizione per circa un quarto nel Centro e poco più di un quinto nel Mezzogiorno.
Per un verso, osservano i ricercatori Istat, l’incremento delle famiglie con quattro o più componenti può essere attribuito ad un processo di stabilizzazione e di compimento del progetto migratorio che coinvolge buona parte della presenza straniera in Italia. Gli stranieri nel corso del tempo tendono a costituire nuclei famigliari più o meno compositi, con figli e membri ricongiunti, manifestando l’intenzione a mettere radici nel Paese. Di contro, il significativo aumento delle famiglie unipersonali lascia intendere che parte del fenomeno migratorio è ancora in una fase di assestamento laddove non di emergenza e di precarietà.