Intesa Sanpaolo mette a segno un 2022 con risultati solidi ed una robusta remunerazione degli azionisti.

L’anno scorso si è chiuso con un utile netto di 4,35 miliardi di euro, in crescita del 4% rispetto al 2021, dopo le rettifiche di 1,4 miliardi per la Russia.

Senza gli accantonamenti l’utile netto si attesta a 5,5 miliardi, ben oltre l’obiettivo previsto dal piano di impresa.

Quello del 2022 è il “miglior bilancio della storia di Intesa Sanpaolo”, spiega il ceo Carlo Messina. Il gruppo bancario prosegue dunque nella riduzione dei rischi provocati dagli effetti della guerra della Russia in Ucraina.

Nel secondo semestre del 2022, infatti, è stata ridotta del 68%, pari a circa 2,5 miliardi, l’esposizione verso Mosca, ed ora si attesta sotto lo 0,3% dei crediti a clientela complessivi del gruppo.

Superiore alle attese i risultati ottenuti nel quarto trimestre con un utile netto pari a 1,07 miliardi di euro, in crescita rispetto ai 179 milioni del quarto trimestre 2021.

Si tratta del miglior trimestre “di sempre per ricavi – aggiunge il top manager – con un aumento del 13% sull’anno precedente ed una forte accelerazione della componente da margine di interesse”.

Buone notizie anche sul fronte della remunerazione per gli azionisti. Intesa distribuirà 1,6 miliardi di saldo dividendi 2022, che si aggiungono a 1,4 miliardi di acconto dividendi 2022 pagato a novembre 2022.

Il cda della banca ha inoltre deliberato l’esecuzione del buyback per il restante ammontare di 1,7 miliardi di euro autorizzato dalla Bce.

“Remunerare gli azionisti mantenendo una solida posizione patrimoniale è elemento essenziale del nostro Dna e resta la nostra priorità”, prosegue Messina.

“Nei prossimi giorni – aggiunge – lanceremo la seconda tranche del riacquisto di azioni proprie, portando l’importo complessivo a 3,4 miliardi.

Ciò significa che quest’anno restituiremo almeno 5,3 miliardi”. Prosegue inoltre la riduzione dei crediti deteriorati pari a circa 4,6 miliardi di euro da fine 2021 e a circa 54 miliardi dal picco di settembre 2015.

Un andamento che consente a Intesa Sanpaolo di conquistare lo status di banca a ‘Zero Npl’.

Nel quarto trimestre del 2022, inoltre, sono stati ridotti di 28,9 miliardi, gli asset ponderati per il rischio (Rwa) con un rafforzamento significativo del capitale.

La banca può contare su una forte patrimonializzazione con un coefficiente Cet1 salito al 13,5%, largamente superiori ai requisiti previsti.

Guardando al futuro la banca ha confermato tutti gli obiettivi del piano al 2025, a partire dall’obiettivo di 6,5 miliardi di utile netto.

Nel 2023, è prevista una “significativa crescita del risultato netto ben al di sopra dei 5,5 miliardi raggiunti nel 2022”. Il titolo in borsa ha segnato un calo del 2,9% per le stime considerate prudenti dagli analisti.

“E’ chiaro che se si guarda l’andamento del titolo dell’ultima settimana, anche con il calo di oggi noi continuiamo a crescere – ha messo in risalto Messina – Noi abbiamo un potenziale fortissimo. Non sono interessato a fare outlook di breve termine per far sognare.

Voglio pensare a lungo termine”. Intanto prosegue il lavoro per mettere in campo Isybank, la banca digitale che fornirà servizi bancari inizialmente ai 4 milioni di clienti interessati a usare servizi esclusivamente online e via mobile.

È un “progetto molto importante per noi e discontinuità per il futuro.

Abbiamo accelerato e rafforzato la squadra a breve dovrebbe essere lanciato un periodo di prova dove costruiremo la macchina tecnologica.

Nel 2024 ci sarà il lancio operativo vero e proprio”, spiega Messina ai giornalisti che sul dossier relativo a Monte dei Paschi di Siena taglia corto, “siamo troppo grandi per fare operazioni di integrazioni”.