L’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime rischia di avere effetti pesanti sulla competitività delle aziende metalmeccaniche italiane. Già nel quarto trimestre dello scorso anno, infatti, si sono registrati i primi segnali preoccupanti sul fronte della produzione e l’esplosione dei costi potrebbe portare a uno scenario ancora più critico, soprattutto per il comparto automotive. L’allarme arriva da Federico Visentin, presidente di Federmeccanica, che chiede al governo interventi incisivi e radicali per garantire la sostenibilità delle imprese.
“La combinazione data dall’incremento dei costi dell’energia e dei prezzi delle materie prime sta impattando negativamente sulla competitivita’ della maggior parte delle imprese, erodendo i margini di profitto. Stiamo vivendo una fase di grande instabilità e incertezza, acuita dalla guerra in Ucraina, che causa ulteriori strozzature nella catena di fornitura, in un momento in cui siamo chiamati ad affrontare la complessa sfida della transizione ecologica”.
“Quali sono in particolare i settori che più ne risentono? Da una parte, naturalmente, quelli energivori, ma dall’altra tutto il comparto automotive, scosso dal passaggio all’elettrico e già in forte difficoltà l’anno scorso. Occorre ragionare su modi e tempi per gestire nel modo corretto una transizione che sia neutrale dal punto di vista tecnologico, fermo restando l’obiettivo di riduzione delle emissioni, puntando su politiche industriali di ampio respiro che non si limitino ad affrontare l’emergenza con misure a sostegno della domanda, ma che includano interventi mirati sull’offerta (per esempio, ricerca e sviluppo e supporto alla crescita dimensionale)”.
“Nel 2021 la produzione metalmeccanica è cresciuta quasi del 16%, recuperando il crollo registrato nel corso della pandemia, facendo meglio di Francia e Germania, grazie anche all’export (+18,4%). Già nella seconda metà dello scorso anno, e nel quarto trimestre in particolare, abbiamo iniziato ad assistere a una dinamica preoccupante. La situazione attuale, fortemente incerta e volatile, pone enormi rischi rispetto ai risultati raggiunti. L’esplosione dei costi fa sì che molte aziende si trovino davanti alla situazione paradossale per cui, pur avendo ordinativi, sono costrette a interrompere o ridurre la produzione. Stiamo gia’ assistendo a molti casi di questo tipo, ma più perdura questo maggravio più il quadro generale peggiora”.