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In Veneto a rischio 7 miliardi di produzioni agricole per la siccità | Lo scenario

«La mancanza di acqua irrigua mette a rischio i 7 miliardi delle produzioni agricole venete, di cui molte di eccellenza». Lo ha detto a Venezia l’Assessore all’Agricoltura della Regione del Veneto, Federico Caner, che assieme al collega di Giunta, Assessore alla Difesa del Suolo, Gianpaolo Bottacin, hanno incontrato i rappresentanti regionali dei Consorzi di bonifica del Veneto e dell’Anbi regionale, associazione che li riunisce, per fare il punto della situazione delle risorse idriche in vista della campagna irrigua 2023.

«Per gestire anche questa emergenza abbiamo la necessità di avere interlocutori, norme e risorse che garantiscono sostegno e copertura del fabbisogno di cui il Veneto ha realmente bisogno» ha riferito Caner. «Per questo motivo credo sia necessario fissare un tavolo di coordinamento per affrontare in maniera congiunta il problema ed evitare la tensione sociale che inevitabilmente si genera nelle situazioni emergenziali. Questo dev’essere un appuntamento fisso al quale dovranno partecipare anche le associazioni di categoria perché il tema non è scegliere e definire una scala di priorità delle produzioni più importanti da sostenere ma scrivere una vera e propria strategia regionale per pianificare per tempo e affrontare la siccità».

Sulla stessa lunghezza d’onda anche l’Assessore all’Ambiente e alla Difesa del Suolo, Gianpaolo Bottacin che ha ricordato: «Quello della siccità è un tema che ci preoccupa. Infatti, se leggiamo i dati dell’ultimo quadrimestre le precipitazioni piovose sono state del 21% più basse rispetto alla media storica e quindi si sta ripresentando la medesima crisi idrica dello scorso anno se la situazione meteo non dovesse cambiare» ha sottolineato l’Assessore regionale.

«Oltre a richiamare l’attenzione dei cittadini sul risparmio idrico, ci stiamo preparando per affrontare l’evolversi della situazione anche con interventi infrastrutturali: abbiamo fatto un grande lavoro per definire tutte le potenziali situazioni di accumulo d’acqua e quantificato i fondi necessari per creare il piano dei bacini in cui invasare la risorsa idrica ad uso irriguo, che dovrà poi essere realizzato. Su questo tema c’è un confronto costante con il Governo, anche in termini di risorse, certo è che per realizzare queste infrastrutture servono tempo, risorse e una semplificazione normativa. C’è uno stato di emergenza aperto e tutte le misure che sono state prese nel 2022 saranno riproposte per affrontare anche gli scenari futuri». In proposito, le necessarie dotazioni finanziarie potranno essere attinte dal Piano Invasi Nazionale.

Un segnale di grande operatività arriva dal Consorzio competente per parte delle province di Vicenza e Verona, che in occasione dell’incontro ha segnalato l’evoluto stato di avanzamento nella progettazione di due interventi di bacinizzazione dell’acqua irrigua in cave dismesse – una nel Comuni di Orgiano (di 100 ettari) e uno nel comune di San Martino Buonalbergo (di circa 15 ettari) – per la cui realizzazione il Consorzio ha già avviato accordi con i proprietari delle aree.

Nel frattempo, è stata fissata per mercoledì 1° marzo dal Governo una Cabina di regia per attivare le azioni di emergenza in tema siccità e per definire tutti gli strumenti in un lavoro osmotico tra i vari ministeri che permettano di pianificare, nel breve, medio e lungo periodo, azioni per arginare le criticità che emergono anche rispetto al cambiamento climatico ed evitare drammi come quelli che accadono sempre più con l’abbandono dei territori in termini di dissesto idrogeologico.

«Anche come coordinatore commissione politiche agricole della Conferenza delle Regioni apprezzo questa iniziativa che potrà dare risposte più tempestive su norme e risorse legate anche a questa emergenza specifica» ha concluso Caner. «Il Veneto, oltra alla siccità, sta affrontando altre due grandi questioni: quella dei cinghiali, che ha risvolti anche sul piano sanitario, e quella della flavescenza dorata che colpisce i nostri vitigni. Servono norme che a livello regionale ci permettano di gestire con più tempestività queste sfide, emergenze che solo nel Veneto richiedono circa 5 miliardi di euro per essere affrontate».

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