Sono bastate alcune indiscrezioni del settimanale satirico “Le Canard Enchainè” e riprese da altri organi di stampa sulla profonda crisi della Renault e in Francia sia sindacati che Governo sono sul piede di guerra. I rumors parlano di un’importante piano di risparmio da 2 miliardi di euro che Renault presenterà il prossimo 29 maggio, oltre a quello strategico per l’alleanza con i giapponesi Nissan e Mitsubishi. La casa automobilistica di cui il 15% è di proprietà dello Stato intende chiudere quattro siti produttivi sul territorio nazionale, prima gli impianti più piccoli di Choisy-le-Roi, Dieppe e delle Fonderies de Bretagne, poi lo stabilimento di Flins, uno di quelli storici della firma francese.
IL GOVERNO
Uno scenario che il governo ha già detto di non gradire. Parola del premier francese Edouard Philippe durante il Question Time. “C’e’ una forma di responsabilità dell’azienda ad andare avanti, a trasformarsi ma a tenere conto, anche, delle realtà del paese in cui ha sede e di un certo modo di vivere. Se Renault è un’azienda mondiale – ha concluso – il suo marchio francese è evidente”.
I SINDACATI
Sulla stessa lunghezza d’onda del Premier anche le sigle sindacali del gruppo Renault, CFE-CGC che hanno riferito. “La CFE-CGC Renault favorisce il dialogo sociale di fronte alle voci e pur non avendo l’abitudine di commentare le voci, è consapevole delle preoccupazioni e dei timori che queste suscitano tra i dipendenti e più in particolare quelli dei siti citati”. La direzione generale della Renault ha convocato gli organi centrali di rappresentanza del personale e alla riunione parteciperanno anche i sindacati. In base al calendario delle consultazioni diffuso, le quattro organizzazioni rappresentative di Renault saranno ricevute separatamente dalla direzione generale del gruppo. Lunedì CFDT, martedì, CFE-CGC, CGT e poi FO. Il Comitato Centrale Sociale ed Economico (CCSE) e il comitato di gruppo si riuniranno ciascuno due volte, mercoledì 27 e giovedì 28 maggio, giorni in cui saranno presentati i due attesi piani aziendali. Una fonte anonima ha dichiarato al quotidiano Le Monde. “Trattative sono tuttora in corso e non c’e’ ancora nulla di definitivo”.
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