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Il vero problema è il drenaggio dei giovani verso l’estero | L’analisi di Chiara Saraceno

“Ci si preoccupa in modo quasi ossessivo della denatalità, molto meno del continuo drenaggio di giovani che lasciano l’Italia per cercare altrove occasioni di vita e lavoro migliori”.

Ne parla Chiara Saraceno su La Stampa, osservando che questo è “un drenaggio che non solo assottiglia la già ridotta quota di giovani, ma di conseguenza riduce anche ulteriormente il tasso di natalità possibile.

A partire e non tornare sono per lo più giovani con un buon livello di istruzione, che, se rimanessero in Italia, prima o poi troverebbero un’occupazione e talvolta la hanno già trovata. Ma che non trovano nel mercato del lavoro italiano condizioni di lavoro, di remunerazione, di riconoscimento, all’altezza delle loro aspettative, che invece vedono più facilmente realizzate altrove.

Così come, se donne, vedono più facilmente realizzabile farsi una famiglia, avere figli, senza rinunciare al lavoro. Sono legittimamente choosy, perché possono effettivamente scegliere uscendo dai confini nazionali.

È positivo che i giovani si muovano, facciano esperienze altrove, anche decidano di proseguire la propria vita altrove. Il problema è che l’Italia sta diventando per una parte dei suoi giovani un posto in cui non si vuole vivere, in cui non vale la pena di investire il proprio futuro. Tantomeno – sottolinea l’editorialista – attrae giovani molto qualificati di altri paesi, rispetto ai quali il saldo è ampiamente negativo.

È un paese in cui venire in vacanza, o passare un anno di studio, non in cui fermarsi per farci la propria vita.

Per altro, anche per una buona parte dei migranti che arrivano da paesi poveri o in guerra, o sotto una dittatura, l’Italia è pensata come un luogo di passaggio, una porta di entrata per un altrove più desiderabile, anche se poi sono costretti a rimanere qui.

Una percezione certo non favorita dalla retorica anti-migranti e dalle lungaggini per ottenere il permesso di soggiorno, per non parlare della cittadinanza.

Senza seri investimenti nel creare situazioni più favorevoli ai giovani da parte non solo del governo, ma degli amministratori locali e delle imprese, il fenomeno del drenaggio dei giovani, specie dei più istruiti, non potrà che accentuarsi.

Del resto – conclude un’indagine Istat recente ha rilevato che già tra gli adolescenti il 34% da grande vorrebbe vivere, lavorare, farsi una famiglia all’estero, una percentuale che supera il 38% tra gli stranieri”.

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