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[Il documento] Price cap dinamico per fermare l’emergenza bollette, ecco la proposta dell’Italia alla Ue 

Un price cap dinamico al gas per affrontare l’aumento dei prezzi. Questa la proposta che l’Italia e altri tre Paesi dell’Ue (Polonia, Belgio e Grecia) hanno portato alla Commissione europea. I proponenti lo chiamano “corridoio dinamico” con un valore centrale che può essere impostato e regolarmente riesaminato tenendo conto di indici esterni (es. petrolio greggio, carbone e/o prezzi del gas in Nord America e Asia) tenendo conto delle fluttuazioni (es. 5 %) attorno al valore centrale all’interno del corridoio.

Il valore centrale del corridoio rappresenterebbe un cap che può essere posizionato su un hub di riferimento (tipo Ttf), oppure può essere posizionato su più hub per evitare arbitraggi, o meglio può coprire tutte le transazioni, si legge nel non-paper di cui l’AGI ha preso visione. Per i quattro Paesi, in questo modo, sarebbero possibili fluttuazioni attorno al valore centrale al fine di fornire segnali di prezzo per spostare il gas attraverso gli Stati membri, nel caso in cui più hub raggiungano il limite.

Secondo la proposta, il prezzo dovrebbe essere abbastanza alto da consentire al mercato di funzionare, dovrebbe fungere da interruttore e disincentivo alla speculazione e non ha lo scopo di sopprimere i prezzi a un livello artificialmente basso. «Il corridoio dovrebbe essere sufficientemente alto e flessibile da consentire all’Europa di attrarre le risorse necessarie, permettendo, se necessario, transazioni al di sopra del corridoi». Inoltre, «dovrebbe essere sufficientemente alto da preservare l’incentivo al risparmio energetico e/o la transizione dal gas», «dovrebbe essere integrato da misure volontarie rafforzate di riduzione della domanda e dovrebbe influenzare i contratti a lungo termine esistenti che tendono a essere valutati in relazione a parametri di riferimento chiave».

Vengono invece bocciate le due proposte avanzate dalla presidente della Commissione europea: il price cap solo sul gas russo e il price cap solo sul gas utilizzato per l’energia elettrica. Per la coalizione dei quattro «un tetto solo sul prezzo del gas russo non avrebbe un impatto positivo sui prezzi al consumo; avrebbe un potenziale impatto negativo sulla sicurezza dell’approvvigionamento; sarebbe discriminatorio; porrebbe sfide al mercato (ad esempio, all’importatore sarebbe consentito acquistare al limite massimo e rivendere a prezzi di borsa interni più elevati); e, infine, dovrebbe essere adottato dalla stessa legge prevista per le sanzioni».

«Un cap solo sul gas utilizzato per l’energia elettrica ignora i due terzi del mercato del gas, che è nell’industria e nell’edilizia; crea una passività senza un chiaro limite verso l’esterno (ad es. poiché il prezzo all’importazione può continuare a salire, richiedendo più risorse per mantenere il tetto massimo); crea disincentivi alla riduzione dei prezzi (gli importatori saranno compensati per qualsiasi prezzo pagano); se il cap del gas è troppo basso, attiverà una domanda aggiuntiva eccessiva, possibilmente includendo il passaggio da carbone a gas; se troppo alto, probabilmente dovrà essere integrato da un supporto aggiuntivo a livello di vendita al dettaglio per mantenere i prezzi accessibili».

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