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Il Consiglio nazionale degli architetti chiede al Governo di prorogare il superbonus almeno fino al 2025

Prorogare, attraverso la legge di bilancio 2021, il superbonus 110% almeno fino al 2025 per offrire, sia ai proprietari degli immobili sia agli operatori  della filiera delle costruzioni, un adeguato e indispensabile orizzonte temporale. E’ la richiesta avanzata dal Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori in una lettera inviata al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. 

Nella lettera viene ribadito come il superbonus 110% rappresenti  “uno strumento di rilancio dell’intera filiera delle  costruzioni, con effetti rilevanti sul Pil e sul mercato del  lavoro, attraverso il coinvolgimento di figure professionali ed  attori economici molto diversi, in grado di generare, grazie  alla auspicata qualità anche architettonica degli interventi, un significativo plusvalore al tessuto urbano edificato”.

“Un auspicato effetto espansivo, dunque, che rischia di essere fortemente ridimensionato a causa del termine  fissato al  31 dicembre 2021, troppo ravvicinato per consentire la realizzazione di interventi che richiedono, specie per i condomini di grandi dimensioni, ma non solo, un tempo   congruo per valutare la tipologia dei possibili interventi, scegliere tra  le diverse opzioni, verificarne la fattibilità, deliberare e affidare la progettazione”.

Secondo il Consiglio nazionale degli architetti, vi è “concreto rischio che, nella prossima primavera, la domanda di interventi sarà enormemente   superiore alla capacità delle imprese di costruzione di soddisfarla entro fine anno”. Il Consiglio Nazionale nella lettera ricorda anche che solo nello scorso mese di ottobre sono stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale, da parte del ministero dello Sviluppo Economico, i decreti relativi ai “Requisiti tecnici per l’accesso agli incentivi per il risparmio energetico” ed alle  “Asseverazioni per gli incentivi per il risparmio energetico”. Questi decreti forniscono “le indispensabili linee attuative di un processo piuttosto complesso, che presenta ancora diversi dubbi tecnici ed interpretativi e che necessitano di essere celermente risolti per garantire una efficace ed univoca interpretazione delle diverse norme e relative circolari  esplicative”. 

Di conseguenza “è realisticamente ipotizzabile che la prima vera fase di test, con un numero consistente di lavori, potrà avere inizio non prima dei mesi di marzo/aprile 2021, a condizione che un numero rilevante di proprietari di immobili decida o deliberi – nel caso di condomini – nel poco  tempo che resta alla conclusione del 2020”. 

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