Analisi, scenari, inchieste, idee per costruire l'Italia del futuro

[Il caso] Il braccio di ferro sul rigassificatore a Piombino

Il rigassificatore di Piombino, in provincia di Livorno, è sicuro, ha spiegato il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel corso della crisi di Governo, indicando tra gli obiettivi principali del futuro esecutivo la necessità di completare il percorso per l’indipendenza energetica. «Si tratta di impianti sicuri» ha spiegato il premier durante l’intervento in Senato «essenziali per il nostro fabbisogno energetico e per la tenuta del nostro tessuto produttivo. Dobbiamo ultimare l’installazione del rigassificatore di Piombino entro la prossima primavera, è una questione di sicurezza nazionale».

Il progetto del rigassificatore, il secondo in Toscana insieme alla piattaforma offshore Olt a Livorno, è al centro, infatti, di un braccio di ferro tra il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, nominato a giugno commissario straordinario e la comunità costiera, guidata dal sindaco di Piombino, Francesco Ferrari, che ha manifestato da subito contrarietà all’opera. L’opposizione del territorio, con proteste e petizioni bipartisan a livello locale, è legata principalmente al freno economico, in particolare dell’attività portuale visto che la nave rigassificatrice sarà ormeggiata nel porto, e ai dubbi sulla sicurezza dei cittadini. Nel frattempo, la Regione ha portato avanti anche una serrata trattativa con Snam che in principio ha chiesto la concessione del porto per 25 anni, un arco temporale ritenuto eccessivo e dannoso per il territorio.

«Le parole di Draghi» commenta il presidente della Regione Giani «rivelano quello che si sapeva già e che oggi viene messo in evidenza: sono contento di questo perché è l’impegno che sto mettendo nel far capire a tutti che si tratta di un’opera superiore, di interesse nazionale, per non vedere razionate le fonti energetiche per l’inverno». Per questo motivo, chiarisce, «andremo avanti, abbiamo già predisposto tutti gli atti, il progetto verrà inviato ai 30 enti competenti per avere il loro parere». Non cambia posizione invece il primo cittadino di Piombino che torna a ribadire: «La sicurezza energetica è fondamentale, non c’è dubbio, ma non può essere barattata con la sopravvivenza di una comunità: da decenni Piombino paga conseguenze ambientali, economiche e occupazionali in nome del sistema Italia».

«Ora che, finalmente e con fatica, la città si sta risollevando, questo rigassificatore rischia di essere il colpo di grazia per la rinascita ambientale e la diversificazione economica di tutto il territorio». Nel frattempo, il sindaco di Firenze, Dario Nardella, che aveva accusato Ferrari di far parte del movimento “Nimby” (ndr not in my backyard, non nel mio giardino), tenta di ricomporre la frattura. «Credo che la politica, tutta la politica, deve avere la lucidità e la forza di mettere sui due piatti della bilancia da un lato le questioni locali e dall’altro l’interesse nazionale, strategico, del Paese. Sono convinto che si possa trovare una sintesi fra questi due interessi senza che la sfida energetica dell’Italia possa fallire perché c’è bisogno di queste infrastrutture».

L’accordo

Il progetto, presentato con un’istanza da Snam all’inizio di luglio, prevede il posizionamento della nave rigassificatrice per un massimo di tre anni nella banchina nord del porto di Piombino. Per il posizionamento della nave il Governo con il decreto semplificazioni ha tagliato i tempi delle procedure amministrative, riducendole a 120 giorni, e tolto l’obbligo di effettuare una Valutazione di impatto ambientale (Via).

SCARICA IL PDF DELL'ARTICOLO

[bws_pdfprint display=’pdf’]

Iscriviti alla Newsletter

Ricevi gli ultimi articoli di Riparte l’Italia via email. Puoi cancellarti in qualsiasi momento.

Questo sito utilizza i cookie per migliorare l'esperienza utente.