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Il balzo tecnologico della scuola. La vera crisi è quella dell’incompetenza. Puntiamo tutto sul merito

Il 2020 sarà ricordato come l’anno del Covid-19 e della pandemia globale.

Ma la storia assegnerà al 2020 anche un primato positivo: l’aumento esponenziale dell’uso delle tecnologie digitali nella vita di tutti noi. Tra didattica a distanza, video conferenze e incremento dello smart working, mai come in questo momento il digitale è entrato in maniera incisiva nella nostra quotidianità. Gli esperti hanno voluto anche quantificare questo impatto. Ed è come se in due mesi avessimo fatto un balzo evolutivo di quattro anni. Con tutti i pro e i contro.

La Didattica a Distanza

Perché è avvenuto tutto questo? Il calcolo è presto fatto: il Coronavirus ha impedito la presenza a scuola in tutto il mondo di milioni di studenti[1] con l’unica possibilità di continuare a svolgere le lezioni attraverso la didattica a distanza (dad). Le scuole, grazie agli aiuti statali e dei privati, sono riuscite a fornire device anche alle famiglie con maggiori difficoltà che, spesso, sono coinvolte direttamente nel processo di apprendimento dei loro figli.

Se trasferiamo questi numeri in Italia, nella seconda parte dell’anno scolastico 2019/2020 sono 8,3 milioni i bambini e i ragazzi che hanno proseguito le lezioni da casa attraverso la didattica a distanza e sono oltre un milione i dipendenti del mondo dell’istruzione interessanti dai cambiamenti apportati dalla dad e dallo smart working.

Una vera e propria rivoluzione digitale che ha invaso le nostre vite, entrando di fatto anche nelle nostre case e non più soltanto nei luoghi di lavoro. Secondo gli esperti, infatti, il mondo della scuola ha compiuto in pochi mesi del 2020 un balzo tecnologico di quattro anni avanti nel futuro dal punto di vista dell’uso delle tecnologie e della cultura digitale. Una rivoluzione che è iniziata a luglio del 2015 con l’approvazione della legge 107 [2](Buona scuola) ed in particolare con le 35 azioni del Piano Nazionale Scuola Digitale[3].

Ma se ci sono voluti cinque anni e un miliardo e mezzo di investimenti per formare i docenti italiani e per diffondere nelle scuole la cultura digitale, sono bastate poche settimane dei primi mesi del 2020 per proiettare anche studenti e famiglie verso questa direzione. Il balzo in avanti ha riguardato in particolare: la dad per le scuole e le università (con lezioni, corsi, esami interamente online) e la fad (formazione a distanza di docenti e lavoratori anche di altri settori), la diffusione capillare di device (pc e tablet) nelle case degli italiani, l’aumento di connessioni al web tramite abbonamenti con gestori privati, la diffusione di software e applicativi per l’apprendimento a distanza e per lo smart working.

La resilienza dell’Italia

Sempre guardando verso un’ottica positiva, il Paese si è dimostrato “resiliente” nel superare le difficoltà dovute all’isolamento domestico, a dimostrazione del fatto che Einstein aveva ragione quando scriveva che “non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose. La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. E’ nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera se stesso senza essere ‘superato’. Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni.

La vera crisi, è la crisi dell’incompetenza. L’inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c’è merito. E’ nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece, lavoriamo duro. Finiamola una volta per tutte con l’unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla[4]


[1] (fonte MIUR, 2020)

[2] https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2015/07/15/15G00122/sg

[3] https://www.miur.gov.it/scuola-digitale

[4] A. EINSTEIN, “Il mondo come io lo vedo”, 1931

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