Le aziende di tutto il mondo, comprese quelle italiane, stanno adottando piani d’azione concreti per affrontare i rischi legati al cambiamento climatico e trasformarli in opportunità di crescita e sviluppo, contribuendo così a raggiungere gli obiettivi di transizione stabiliti in termini di emissioni di CO2, livelli di temperatura e capacità di adattamento agli impatti del cambiamento climatico.
Lo rileva l’ultimo EY Global Climate Action Barometer 2024.
Quasi il 68% delle realtà italiane coinvolte nell’analisi, rispetto al 47% del campione mondiale, ha specificato azioni quantitative, corredate da target numerici, relativamente all’analisi degli scenari delle emissioni.
Gli scenari di emissione più comunemente indicati dalle aziende nazionali (59%) sono quelli riferiti allo scenario RCP 8.5 (scenario in cui le emissioni di gas a effetto serra aumentano senza alcuna misura di contrasto al cambiamento climatico) seguiti (50%) dallo scenario NetZero 2050 ovvero per raggiungere l’obiettivo zero emissioni nette entro l’anno 2050.
A livello globale, secondo i dati EY, emerge come il 41% delle realtà prese in esame abbia già in atto piani per gestire i rischi climatici, contribuendo al raggiungimento degli obiettivi globali di decarbonizzazione, mentre poco più di un quinto, il 21%, abbia l’intenzione di svilupparne in futuro.
Un numero crescente di aziende – il 67% in totale, in aumento rispetto al 58% dell’anno scorso – sta utilizzando l’analisi degli scenari, come raccomandato dalla TCFD, per valutare la scala e i tempi dei possibili rischi climatici, continuando una tendenza al rialzo rispetto agli anni precedenti; inoltre, quasi tre quarti (71%) hanno utilizzato sia analisi qualitative che quantitative.
Marco Duso, EY Italy and Emeia sustainability leader, commenta: “Le aziende sono ormai consapevoli che la decarbonizzazione non è solo una necessità, ma un’opportunità senza precedenti per innovare e crescere.
Grazie all’adozione di piani di transizione strategici, ambiziosi e investimenti mirati, le imprese possono non solo mitigare i rischi climatici, ma accelerare sul percorso di decarbonizzazione, che è ormai tracciato e irreversibile”.