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Guido Bastianini (AD MPS): «Ecco il piano della nuova MPS. Taglio al personale e nuovi business»

Il cda di MPS ha approvato il nuovo piano al 2026 che servirà al Tesoro per chiedere una proroga alla Ue del termine per l’uscita dal capitale, in scadenza a fine anno, e alla banca per convincere il mercato ad aderire nel 2022 ad un aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro che servirà a finanziarne la completa ristrutturazione.

Il management guidato da Guido Bastianini promette di creare “una nuova e più snella MPS”, con una “una radicale semplificazione del modello operativo e della struttura”, di proseguire nel derisking sul fronte dei crediti deteriorati, che resteranno al di sotto del 4%, e delle cause legali e, novità non da poco, di (ri)portare Siena ad offrire “un’adeguata remunerazione” dei propri azionisti, dopo un decennio in cui ha accumulato qualcosa come 23 miliardi di euro di perdite.

Il piano prevede che il Monte generi nel 2024 un utile pre-tasse di 700 milioni, riducendo il rapporto tra costi e ricavi al di sotto del 60% e mantenendo un costo del rischio a 50 punti base. Il ritorno sul capitale tangibile (rote) si attesterà a circa l’8,5-9%, per salire all’11% nel 2026, mentre sul fronte patrimoniale il Cet1 fully loaded supererà il 14% nel 2024 e arriverà al 17,5% nel 2026, al lordo dei dividendi e dell’effetto positivo della rivalutazione delle attività fiscali differite.

I 2,5 miliardi dell’aumento di capitale serviranno a sostenere oneri di ristrutturazione per circa un miliardo di euro, in gran parte destinati a spesare un piano di uscite volontarie di personale, con risparmi di costo di circa 275 milioni all’anno.

Secondo fonti sindacali potrebbero esserci fino a 4.500 uscite, tutte su base volontaria. Che però dovrebbero essere in parte compensate da un piano di assunzioni, nel rapporto di una a quattro. Altri 800 milioni serviranno a modernizzare la banca attraverso investimenti nel digitale e nell’It.

“Il Piano prevede iniziative per sostenere la crescita, con sforzi di trasformazione immediati e tangibili che porteranno ad una redditività costante e a benefici patrimoniali”, spiega MPS, che sottolinea come verranno privilegiate le azioni, sotto il pieno controllo del management, che “creano valore già a partire dal primo anno di piano ed entrano a pieno regime entro il 2024” e che “colgono le opportunità offerte dal Pnrr e dall’Agenda per lo sviluppo Sostenibile, minimizzando il fabbisogno di capitale anche grazie alle partnership”.

Il piano e l’aumento, che arrivano dopo il fallimento della cessione a Unicredit, andranno approvati dalla Dg Comp e dalla Bce: sulla tempistica MPS “non è in grado di fornire una stima precisa” e non esclude che il piano possa subire modifiche “anche rilevanti”. Con la Ue tratterà anche il Mef che punta a una proroga di almeno 18-24 mesi per consentire il pieno rilancio della banca e la sua successiva valorizzazione.

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