In Italia il trattamento dei rifiuti è stato spesso accompagnato da inefficienza, mancanza di impianti e di «un piano per l’economia circolare».
Lo spiega Vannia Gava, sottosegretaria alla Transizione ecologica e capo dipartimento ambiente della Lega, che sottolinea come queste inadempienze corrisponderanno a «maggiori costi e tasse».
«Ciò significa che gli amministratori locali che sino ad oggi hanno preferito non scegliere per non scontentare nessuno o si sono opposti a qualunque soluzione per ragioni ideologiche costeranno ai loro cittadini centinaia di euro», continua la sottosegretaria.
«L’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, applicando le nuove regole europee, ha infatti disposto che dal primo gennaio del 2022 cambieranno le regole per le tariffe sui rifiuti: oltre a considerare lo spazzamento, la raccolta e il trasporto, sarà infatti valutato anche il modo con cui vengono trattati i rifiuti».
«Per evitare che errori commessi da altri si scarichino su cittadini incolpevoli», conclude «è necessario che sia data attuazione al principio previsto dal Pnrr, votato da tutti i partiti della maggioranza, secondo cui ogni Regione ha il dovere di diventare autosufficiente realizzando tutti gli impianti necessari».
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