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Chiara Gagnarli (capogruppo M5S commissione Agricoltura): «Pnrr, agricoltura: 500 milioni per innovazione e sostenibilità»

Con il Pnrr «500 milioni di euro» per l’innovazione tecnologica e la sostenibilità ambientale nell’ambito agricolo. Lo afferma la deputata Chiara Gagnarli, capogruppo M5S in commissione Agricoltura, che ha partecipato ieri alla missione parlamentare in visita a EIMA International, la rassegna mondiale delle macchine e delle attrezzature per l’agricoltura e il giardinaggio e la relativa componentistica in corso di svolgimento a Bologna.

Gagnarli dice «il futuro dell’agricoltura passa dalla meccanizzazione e dall’ammodernamento tecnologico dei macchinari, settori che vedono le aziende costruttrici italiane leader nel mondo. Per questo, nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) abbiamo stanziato 500 milioni di euro che serviranno a rinnovare il parco automezzi abbattendo le emissioni, a introdurre tecniche di agricoltura di precisione e a riammodernare i processi di trasformazione dell’olio di oliva».

«Questi investimenti» prosegue «ci permetteranno sia di rendere l’agricoltura italiana ancor più sostenibile, grazie a un uso più sapiente di agrofarmaci e di risorse preziose come l’acqua, sia di migliorare l’impatto ambientale delle nostre produzioni agricole. Sostituendo i mezzi più vetusti potremo ridurre le emissioni sino al 95% rispetto a quelle attuali, visto che il parco macchine è costituito per l’80% da veicoli Euro 1».

«A EIMA abbiamo potuto apprezzare le grandi capacità delle imprese costruttrici italiane» aggiunge Gagnarli. «Tante le novità tecnologiche: dalla gestione dell’acqua ai mezzi a metano o biometano e ibridi diesel ed elettrici, alla componentistica sino ai mezzi speciali per l’agricoltura eroica. Il mercato sta tirando ma è emerso come la carenza di componenti stia rallentando la produzione. Confidiamo, però, nella capacità delle imprese del settore per offrire mezzi sempre più all’avanguardia. L’innovazione, del resto, è la chiave per poter garantire ai nostri agricoltori una maggiore redditività e permettere così un ricambio generazionale che possa ritenere appetibile dedicarsi al comparto primario».

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