Sul Tempo di Roma, Franco Bechis svela il motivo per cui il vaccino Pfizer tarderebbe ad arrivare in Italia come in Europa.
«Le dosi negli Usa ci sono, scrive Bechis, e sono ben più di quelle previste nei contratti con il governo americano: si è in sovra-produzione. Il trasporto è perfino meno complicato di quel che si immaginava, perché le nuove dosi prodotte non hanno più bisogno di quella complicata e rigida catena del freddo».
«Ma le dosi arrivano con il contagocce perché la multinazionale è già sicura che in Usa come da noi e nel resto del mondo sarà necessario un terzo richiamo per fare fronte al moltiplicarsi delle varianti del virus».
«Non solo: ma dal 2022 il vaccino anti-Covid diventerà di routine come quello anti influenzale. E potrà finalmente essere venduto a prezzo di mercato, facendo lievitare gli utili dell’azienda. Tutte queste non sono indiscrezioni, ma i contenuti di un incontro a porte chiuse avuto nella prima metà di marzo dai massimi dirigenti della Pfizer Inc. con investitori finanziari».
«Doveva restare riservato, ma la sbobinatura integrale è stata allegata alla documentazione depositata da alcuni azionisti di minoranza che hanno motivazioni “etiche” (chiese e onlus battiste) per dare battaglia nella prossima assemblea societaria del 22 aprile».
«E due top manager della società, Frank A. D’Amelio, direttore finanziario e vicepresidente esecutivo della fornitura globale della multinazionale farmaceutica e Charles E. Triano, vicepresidente senior con delega alle relazioni con gli investitori, hanno svelato che Pfizer ha avuto grazie al vaccino anti-Covid un balzo del fatturato 2021 di 15 miliardi di dollari, e un aumento dell’utile al netto delle tasse di 3,75 miliardi di dollari».
«Il guadagno netto ottenuto vendendo il vaccino a un prezzo medio di 19,50 dollari a dose, che secondo loro sarebbe proprio per le esigenze della pandemia un “prezzo politico”. Mica male».