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Francesco Starace (ad Enel): «Sugli elettrolizzatori l’Europa ha ancora molto da dire»

L’ad di Enel, Francesco Starace, è intervenuto durante un webinar organizzato dal Sole 24 Ore, in cui ha parlato dell’industria degli elettrolizzatori, strumenti essenziali per realizzare idrogeno con l’elettrolisi alimentata da fonti di energia rinnovabile, il cui costo però è ancora oggi elevato.

«Penso che sugli elettrolizzatori l’Europa abbia ancora molto da dire. È un’industria nata in Europa. L’elettrolizzatore è ancora oggi un bene di lusso, di nicchia, che viene usato per applicazioni molto particolari in cui il costo dell’idrogeno prodotto non è considerato un fattore determinante. I pannelli solari hanno cominciato proprio così, con un’applicazione di nicchia sui satelliti che girano attorno alla terra. Nessuno aveva in mente che il fotovoltaico sarebbe diventato mainstream nell’industria energetica mondiale».

Starace spiega poi la direzione che molte imprese europee stanno cercando di prendere assieme. «Quello che stiamo cercando di fare, assieme ad altre imprese europee, è spingere un’industrializzazione e un’innovazione in questo settore per vedere se la barriera del suono dal punto di vista dei costi si riesce a sfondare. Se ci riusciamo, possiamo produrre idrogeno senza impronta di CO2 e immediatamente sostituiamo tutto l’idrogeno che in questo momento si usa (da combustibili fossili, ndr) con quello verde, risparmiando 830 milioni di tonnellate di CO2 emesse all’anno».

L’ad di Enel sottolinea però il grande consumo di energia che implica la produzione di idrogeno verde. Per un chilo di idrogeno da elettrolisi, infatti, servono 50 kilowattora, che messi in una batteria possono far fare a un’auto elettrica 250 chilometri. Starace ricorda che l’idrogeno verde non è una fonte di energia, ma un vettore elettrico, e in quanto tale richiede, oltre a un grosso consumo di energia per produrlo e per comprimerlo, anche procedure pericolose e costose: per trasportarlo al 100% nei tubi, il meccanismo è molto costoso e pericoloso, motivo per cui è meglio «farlo e usarlo, piuttosto che portarlo in giro».

Inutile invece «aggiungere molecole di idrogeno al gas, dunque creare un gas arricchito da idrogeno. È un modo per trasportare molecole di idrogeno che vengono poi bruciate con il gas e non risolvono il problema della decarbonizzazione». Per produrre idrogeno blu, con la cattura e lo stoccaggio della CO2, serve «una tecnologia molto complessa, con impianti un po’ ottocenteschi, molto complessi da disegnare, costruire e gestire», oltre alla «individuazione di formazioni geologiche stabili in cui stoccare la CO2, sperando che non scappi dal qualche altra parte».

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