Anche negli scenari di natalità e mortalità più favorevoli il numero di nascite non potrà comunque compensare quello dei decessi. Così il presidente ISTAT Francesco Chelli durante l’audizione sul Psb davanti alle commissioni Bilancio riunite della Camera e del Senato. “Nel 2030, lo scenario mediano contempla un saldo naturale pari a -322mila unità, che a sua volta diverrebbe pari a -284mila nell’ipotesi più favorevole, un valore comunque fortemente negativo”, rileva.
Lo scenario demografico che emerge dai dati provvisori relativi ai primi sette mesi del 2024 “non presenta inversioni di tendenza rispetto al recente passato e vede anzi amplificati gli effetti del processo demografico in corso. Le nascite sono state circa 210mila, oltre 4mila in meno rispetto allo stesso periodo del 2023; scendono anche i decessi, nei primi sette mesi dell’anno in corso pari a 372mila contro i 389mila dell’anno precedente (-17mila). Il deficit naturale (ossia il saldo fra nascite e decessi) migliora leggermente rispetto al 2023 ma rimane in ogni caso fortemente negativo (-163mila, contro -174mila dell’anno precedente)”, spiega.
Sul versante dei flussi migratori internazionali crescono sia gli ingressi sia le uscite. Si riscontrano, infatti, 253mila ingressi (+10mila rispetto ai primi sette mesi 2023) e 106mila uscite (+16mila). Ne consegue, per il momento, un saldo migratorio con l’estero ampiamente positivo (+147mila) e di 6mila unità inferiore a quello registrato nello stesso periodo del 2023.
Il risultato di tali dinamiche è una popolazione poco inferiore ai 59 milioni di abitanti, che a fine luglio perde ulteriori 15mila residenti rispetto all’inizio dell’anno.