Analisi, scenari, inchieste, idee per costruire l'Italia del futuro

Fibra: strada in salita per la rete unica, scontro su Open Fiber

Appare in salita la strada verso la rete unica che dovrà portare la fibra in tutto il Paese. Tim, che da mesi cerca di accelerare sul dossier, tira dritto e ribadisce l’intenzione di avere il controllo della nuova società e di voler andare avanti “con o senza Open Fiber”. Ma dal Governo arriva lo stop: “La rete unica la fa lo Stato”, dice perentorio il ministro dello sviluppo economico Stefano Patuanelli. La partita si fa dunque sempre più rovente, mentre si avvicina la fatidica data del 31 agosto, quando il cda di Tim delibererà sulla creazione di FiberCop (la società della rete secondaria, quella che va dai cabinet alle case), con l’ingresso del fondo Usa Kkr e di Fastweb. Appuntamento che rappresenta uno snodo chiave per capire come si andrà avanti su questa operazione. Soprattutto dopo che il Governo è entrato di peso nella partita (con una lettera in pieno cda), allungando di fatto i tempi per la decisione su FiberCop, che Tim era pronta a sigillare già il 4 agosto. Mossa che Tim ha fin da subito accolto “con favore”, dando la propria disponibilità, ma a condizione di avere il controllo della società.
Da allora sono passate due settimane e mezzo, ma la posizione di Tim (che in Borsa ha chiuso debole a -1,47% in attesa di sviluppi sul dossier) resta immutata. “Tim darà la banda larga a tutta Italia, con Open Fiber o senza. E manterrà la maggioranza di una società unica della rete, come è logico che sia”, mette in chiaro l’a.d. Luigi Gubitosi in un’intervista. Gubitosi esclude dunque che Tim scenda sotto il 50,1% e guarda al cda del 31 senza troppe preoccupazioni: si darà il via libera a FiberCop e “si valuterà se siamo arrivati ad una convergenza su come questa operazione possa confluire nel disegno più ampio di rete unica”; ma se questo non dovesse accadere, “saremo sempre disponibili, alle giuste condizioni, a trovare un’intesa anche dopo”.
Gubitosi guarda in particolare al modello pubblico inglese di Open Reach, al 100% di British Telecom, ma con una governance aperta: “Siamo pronti a collaborare con il governo per una soluzione condivisa sulla governance”, apre il manager, che non entra nei dettagli ma fa sapere di aver presentato nei giorni scorsi “la nostra posizione a Cdp e siamo in attesa di una risposta”. Il disegno di Gubitosi, tuttavia, sembra non piacere al ministro Patuanelli, che replica netto: “La rete unica la fa lo Stato”. E anche ad Open Fiber non vanno giù le parole del manager, critico nei confronti della società controllata alla pari da Cdp ed Enel: “l’ennesima intervista” incentrata “a parlare (male) di un’altra società (Open Fiber)”, replica Open Fiber, insinuando il “sospetto – senz’altro infondato – che Open Fiber sia un’ottima opportunità per non toccare temi scomodi di casa propria, che meriterebbero forse maggiore, analitica ed approfondita attenzione”.
Di rete, pur senza riferimenti specifici alla querelle, parla anche l’a.d. di Cdp Fabrizio Palermo che nel suo intervento al Meeting di Rimini indica la priorità di avere “una rete digitale all’avanguardia per il Paese, un cloud pubblico-privato e la creazione di campioni nazionali nel settore dei pagamenti e della cyber security”. Nell’attesa di capire cosa accadrà sulla rete, intanto, Tim prosegue nel piano di sviluppo della banda ultralarga. La scorsa settimana Tim ha assicurato la copertura di “oltre 2mila comuni” nelle ‘aree bianche’ del paese (con i ringraziamenti di oltre 100 sindaci e delle confindustrie locali), ha ricordato Gubitosi intervenendo sempre a Rimini: l’obiettivo è “non lasciare indietro” alcun pezzo del paese e in questo piano nel 2021 Tim porterà la fibra in tutti i distretti industriali. Più in generale, l’Italia con le risorse che arrivano dall’Ue ha “un’occasione unica” da non farsi sfuggire, ha sottolineato Gubitosi: può riprogettare l’Italia e per farlo deve “essere unita” come lo è stata a Bruxelles e predisporre piani e obiettivi perché quelle risorse siano davvero efficaci.

SCARICA IL PDF DELL'ARTICOLO

[bws_pdfprint display=’pdf’]

Iscriviti alla Newsletter

Ricevi gli ultimi articoli di Riparte l’Italia via email. Puoi cancellarti in qualsiasi momento.

Questo sito utilizza i cookie per migliorare l'esperienza utente.