L’emergenza sanitaria sta continuando a crescere nei Paesi dell’Europa orientale, dove la popolazione è meno vaccinata, ma i no vax non sembrano vederlo. Ne parla Giuliano Ferrara, che sottolinea che «la psicologia no vax si nutre notoriamente di pulsioni ideologiche di estrema destra e di estrema sinistra, oltre che di legittime e ordinarie obiezioni razionali che però perdono senso in una situazione di emergenza».
«L’Europa dell’est, e per certi versi paradossali anche il mondo di lingua tedesca e circonvicini, soffre in modo eminente della sindrome rosso-bruna che amalgama libertari, anarchici, qualunquisti, fascisti di vario conio in una idea complottista di assoluta diffidenza verso l’autorità, il potere, lo stato e il mercato, visti come mostri globalizzati che lavorano incessantemente contro gli interessi del popolo» scrive su Il Foglio. «Un genio su Twitter si è domandato: scusate, non ho capito, hanno inventato il virus in laboratorio per eliminarci, poi hanno inventato i vaccini per eliminarci, insomma non riescono proprio a eliminarci in alcun modo».
«Il nichilismo filosofico e politico letterariamente nasce in Russia, da Turgenev a Dostoevskij, e consiste per l’appunto nel rifiuto dell’autorità della scienza, della cultura, del linguaggio, un rifiuto che passa dall’espressione estrema di un pensiero libero e materialista all’ideologia di stato che abolisce fede e religione, generando per di più una scienza ufficiale fuori mercato, per così dire, sulla quale l’ultima parola è quella del partito e delle sue Accademie».
«Non si può dire niente di preciso e di definitivo, ma l’impressione è che la cortina apocalittica, per quanto riguarda le società ex sovietiche messe davvero male riguardo alla situazione pandemica e sanitaria, copra un fondo antropologico di tipo nichilista che è il lascito dei lunghi decenni di dittatura del partito-stato e delle nomenclature corrispondenti.
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