Analisi, scenari, inchieste, idee per costruire l'Italia del futuro

Gli eurodeputati chiedono regole più severe per ridurre le emissioni industriali | Lo scenario

Al fine di ridurre ulteriormente l’inquinamento e guidare i grandi impianti agroindustriali nella transizione verde, la Commissione Ambiente del Parlamento europeo ha adottato una propria posizione sulle norme dell’Ue di sostenibilità. La direttiva sulle emissioni industriali (Ied) stabilisce norme sulla prevenzione e il controllo dell’inquinamento derivante dalle emissioni dei grandi impianti agroindustriali nell’aria, nell’acqua e nel suolo.

Gli impianti contemplati dalle norme, spiega una nota, possono operare solo se ottengono un’autorizzazione, rilasciata dalle autorità nazionali, a eccezione di alcune aziende agricole che sono obbligate solo a registrarsi. Per prevenire e controllare meglio l’inquinamento, la direttiva Ied rivista impone alle autorità nazionali di ridurre ulteriormente i valori limite delle emissioni inquinanti, basati sulle cosiddette “migliori tecniche disponibili” (Bat), in sede di revisione delle autorizzazioni o di definizione di nuove condizioni di autorizzazione.

Gli eurodeputati hanno sostenuto la proposta della Commissione di estendere la Ied agli impianti dell’industria estrattiva (miniere), ai grandi impianti che producono batterie (a eccezione degli impianti che assemblano esclusivamente moduli di batterie e pacchi batteria) e all’allevamento di bovini su larga scala, nonché a più allevamenti di suini e pollame. Per quanto riguarda gli allevamenti di bestiame, i deputati hanno votato per includere allevamenti di suini e pollame con più di 200 unità di bestiame (Lsu) e allevamenti di bestiame con 300 Lsu o più. Per le aziende che allevano più di un tipo di questi animali, il limite dovrebbe essere di 250 Lsu. I deputati hanno sottolineato inoltre l’importanza di garantire che i produttori al di fuori dell’Ue soddisfino requisiti simili alle norme dell’Unione.

Gli eurodeputati hanno anche votato per aumentare la trasparenza, la partecipazione pubblica e l’accesso alla giustizia in relazione all’autorizzazione, al funzionamento e al controllo degli impianti regolamentati. Il registro europeo delle emissioni e dei trasferimenti di sostanze inquinanti verrebbe trasformato in un portale dell’Ue sulle emissioni industriali in cui i cittadini possono accedere ai dati su tutte le autorizzazioni dell’Ue e sulle attività inquinanti locali. La relazione sulla direttiva sulle emissioni industriali e sulla direttiva sulle discariche di rifiuti è stata adottata dai deputati con 55 voti a favore, 26 contrari e sei astensioni, mentre il regolamento sul portale delle emissioni industriali è stato adottato con 78 voti a favore, tre contrari e cinque astensioni.

Dopo il voto, il relatore del Ppe, Radan Kanev, ha dichiarato che «una migliore protezione ambientale non deve necessariamente portare a una maggiore burocrazia. L’innovazione è fondamentale per raggiungere l’inquinamento zero e per questo abbiamo bisogno di un settore industriale europeo più competitivo. La politica dell’Ue deve essere realistica, economicamente fattibile e non minacciare la competitività. La nostra posizione offre respiro alle imprese attraverso periodi di transizione ragionevoli per prepararsi ai nuovi requisiti, nonché procedure accelerate per i permessi e flessibilità per le tecniche emergenti».

Il Parlamento dovrebbe adottare il suo mandato durante la sessione plenaria di luglio, al termine della quale potranno iniziare i negoziati con il Consiglio sulla legislazione finale. Le attuali norme dell’Ue in materia di emissioni industriali riguardano oltre 30.000 grandi impianti industriali e oltre 20.000 allevamenti intensivi responsabili delle emissioni di sostanze nocive nell’aria, nell’acqua e nel suolo, che possono portare a problemi di salute come asma, bronchite e cancro che causano centinaia di migliaia di morti premature ogni anno nell’Ue.

SCARICA IL PDF DELL'ARTICOLO

[bws_pdfprint display=’pdf’]

Iscriviti alla Newsletter

Ricevi gli ultimi articoli di Riparte l’Italia via email. Puoi cancellarti in qualsiasi momento.

Questo sito utilizza i cookie per migliorare l'esperienza utente.