“Le risorse per la Pac ci sono ma prima valevano 386 miliardi. Il taglio del 20% è una ferita profondissima per l’agricoltura europea”.
Così il presidente della Coldiretti Ettore Prandini in un’intervista al Corriere della Sera sulla proposta di riforma del bilancio comunitario presentata ieri dalla Commissione europea.
L’impatto sull’Italia sarà “gravissimo”, afferma, perché “è tra i Paesi che ricevevano più fondi Pac. Il nuovo modello penalizza proprio noi: finisce l’era dello sviluppo rurale per come lo abbiamo conosciuto. Le Regioni rischiano di non avere più strumenti per difendere quanto ottenuto finora”.
A questo quadro si aggiungono i dazi al 30% annunciati dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
“Se Trump reintrodurrà dazi del 30%, serve una risposta forte. Invece di difendere le nostre imprese, la Commissione sta smantellando le politiche agricole. Ci costa più la tecnocrazia della von der Leyen che i dazi Usa. Sembra che stiamo facendo un favore a chi ci vuole colpire. Così si depotenzia l’economia reale e si favorisce la delocalizzazione”, afferma ancora Prandini.
“Non ci rassegniamo. Fuori dubbio noi non staremo fermi. Chiediamo di bloccare questa scelta scellerata con il Consiglio, che con i capi di Stato ci auguriamo possano fermare la deriva autocratica in atto. Noi difendiamo il cibo sano, il lavoro agricolo, la salute”, conclude.








