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Eni potenzia l’infrastruttura del Green Data Center | Lo scenario

L’entrata in esercizio è prevista a fine anno e segnerà un ulteriore avanzamento nel miglioramento della capacità computazionale di Eni, tassello essenziale per supportare lo sviluppo del business core. Il gruppo guidato da Claudio Descalzi ha acceso ufficialmente i motori per l’avvio di un nuovo sistema di calcolo (High performance computing – Hpc) Hpc6, realizzato da Hewlett Packard Enterprise, che consentirà un deciso scatto del Green data center, uno dei centri di calcolo con la più alta efficienza energetica e il miglior contenimento dell’impronta carbonica in Europa.

“Hpc6 avrà una potenza di calcolo di picco di oltre 600 petaflop/s (600 milioni di miliardi di operazioni matematiche svolte in un secondo), quasi dieci volte superiore ai 70 petaflop/s, combinati, degli attuali sistemi Hpc4 e Hpc5”, spiega al Sole 24 Ore Sergio Zazzera, responsabile Technical Computing for Geosciences&Subsurfarce Operations di Eni.

Ciò consentirà di effettuare simulazioni molto complesse e con enormi volumi di dati, come quelle necessarie per la ricerca di nuovi materiali, la cattura della CO2, la stabilità del plasma nel campo della fusione a confinamento magnetico e la risoluzione di problemi complessi legati allo sviluppo delle nuove energie”.

Insomma, Eni si doterà di un’ulteriore leva tecnologica per affrontare le sfide poste dal raggiungimento del net zero e rafforzerà significativamente il presidio di Ferrera Erbognone.

“Eni Green data center è stato progettato per potere ospitare anche la nuova generazione di supercomputer che utilizza una tecnologia basata su un sistema di raffreddamento a liquido, mantenendo e anzi migliorando il tratto distintivo di funzionamento del nostro impianto, che è rappresentato dall’efficienza energetica basata sul principio del free cooling diretto”, sottolinea Alessandra Ferrari, responsabile Infrastructure Evolution&Operations di Eni, spiegando che “il raffreddamento a liquido di Hpc6 raggiunge un’alta efficienza grazie alla maggiore capacità di assorbimento del calore dei fluidi rispetto all’aria e alla minore energia necessaria per la loro circolazione”.

Grazie al nuovo sistema di calcolo, il cui ruolo cruciale è riconosciuto anche dalla Commissione europea che considera l’Hpc come uno dei pilastri dell’innovazione digitale e si è impegnata a rafforzarne le capacità nel Vecchio continente, Eni vedrà schiudersi altresì nuove possibilità.

Perché, come chiarisce ancora Zazzera, in parallelo all’utilizzo per le simulazioni e la messa a punto di modelli tecnico scientifici “Hpc6 avrà il potenziale per sostenere lo sviluppo di soluzioni specializzate per l’intelligenza artificiale generativa nel settore energetico, migliorando l’efficacia dei nostri processi analitici e decisionali e confermando la posizione di leadership nel campo del supercalcolo tra i soggetti industriali non governativi”.

Quanto ai riflessi sul Green data center che già rappresenta una best practice dal punto di vista del controllo di consumi ed emissioni, “la combinazione del principio di raffreddamento ad aria su cui si basa il Centro, che regola la temperatura facendo circolare l’aria esterna con un processo controllato all’interno dell’impianto, unita al nuovo sistema di raffreddamento a liquido per Hpc6, porterà a ridurre al minimo il consumo di energia e quindi le emissioni di carbonio in ambiente”, precisa ancora Ferrari.

In questo modo, aggiunge la manager, «Eni Green data center si evolverà tecnologicamente, mantenendo sempre una costante attenzione al consumo efficiente di energia”.

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