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Il 18% degli studenti italiani non raggiunge il livello minimo di competenze in materia finanziaria | L’indagine di Benedetta Cosmi

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Gli studenti italiani e la maleducazione finanziaria. È duro, detto così, ci sentiamo offesi, oppure è realistico e ci viene voglia di reagire, leggendo i dati dell’Indagine Ocse Pisa (Programme for International Student Assessment) che compara dal 2012 l’alfabetizzazione finanziaria dei quindicenni di 20 Paesi.

Dunque: il 18% degli studenti italiani non raggiunge il livello minimo di competenze in materia finanziaria, mentre (solo) il 5% si colloca nella fascia più alta.

La media italiana è più bassa rispetto alla media Ocse, non bastano nemmeno gli studenti del Nord Est e del Nord Ovest: i loro coetanei internazionali, in Financial Literacy, stante ai risultati Pisa 2022 appena rilasciati, sanno di più.

E non ci possiamo stupire se pensiamo che, per esempio, al Liceo Classico non si studia Economia.

Certe rigidità sulle materie di studio vanno superate una volta per tutte.

L’illusione del multitasking è un’altra trappola moderna. Si è rivelato inefficace nel lungo periodo.

Oggi sembra incrementare una spirale. Due facce della stessa medaglia: capire la sfida dell’Educazione Finanziaria, come gestire il tempo e il denaro.

Orientarsi. La gestione efficace delle risorse, siano esse temporali o finanziarie.

Se c’è meno differenza tra ricchi e poveri – secondo l’indagine Ocse Pisa – da noi, perché vanno quasi tutti male, non ci pare la migliore idea di ascensore sociale.

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