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Ecco l’equilibrio tra import ed export in Italia | L’analisi di Angelo De Mattia

L’impresa italiana verso i mercati esteri ma anche le imprese estere per un auspicabile paritario intervento in Italia.

Sono finalità, osserva Angelo De Mattia sul Messaggero, ben presenti e curate da coloro che rappresentano il Paese all’estero.

La Conferenza della Farnesina ha costituito un giusto riconoscimento all’attività insostituibile svolta dagli ambasciatori anche nell’era della telematica e quella prossima dell’Intelligenza artificiale che incidono sulle comunicazioni e sulle relazioni in tempo reale.

Risuonano le parole pronunciate nel convegno dal Capo dello Stato, Sergio Mattarella, sulla crucialità della partecipazione a una sovranità condivisa a livello europeo.

Ciò non significa, naturalmente, che passino in secondo piano i temi dell’export e dell’import dell’Italia e, in coerenza, dell’attrattività economica del nostro Paese.

Anzi, è proprio nell’unire le forze in Europa ma mantenendo ferma una sana competitività, con l’osservanza delle regole del mercato interno e della concorrenza, che sta l’obiettivo-vincolo al quale si deve mirare.

Le esportazioni migliorano da tempo avendo superato i livelli pre-covid.

Ma un rafforzamento della capacità di competere, che passa attraverso il rilancio della produttività totale dei fattori e l’abilità nell’innovare, richiede un raccordo sinergico tra lo Stato, in tutte le sue istituzioni competenti in materia, le imprese e in generale il mondo del lavoro che si ispiri a quanto avvenne in un’epoca lontana, gli anni Cinquanta e Sessanta pur con forti dialettiche tra le parti sociali (si pensi al piano del lavoro di Di Vittorio), quando il Pil cresceva annualmente di oltre il 5 per cento in un contesto del tutto diverso e oggi non riproponibile, se non nel suo significato e negli indirizzi di fondo in un clima che sembra caratterizzarsi per forme di deglobalizzazione e di freno al multilateralismo.

Uno stretto coordinamento tra i soggetti, soprattutto pubblici, che intervengono a vario titolo nel sostegno dell’export è auspicabile.

Ma è il complesso di politiche e iniziative che mirano a favorire la presenza di imprese e di investimenti esteri in Italia che va rafforzato.

L’ “ambiente” istituzionale e del diritto dell’economia, quello amministrativo, quindi economico, sono fondamentali per l’attrazione.

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