È in arrivo il decreto ministeriale dell’Interno per disciplinare i parametri di sicurezza per la costruzione degli elettrolizzatori, i dispositivi di produzione di idrogeno verde destinato all’uso civile e industriale. Un tassello normativo in più per accompagnare lo sviluppo dell’industria italiana di questo nuovo vettore energetico e arginare i rischi che possono derivare dalla sua produzione, dallo stoccaggio e dalla diffusione, scrive il Sole 24 Ore. Una priorità, considerati gli investimenti: 3,64 miliardi di euro di fondi Pnrr per sostenere questa filiera imprenditoriale, particolarmente in fermento, che sta contribuendo allo sviluppo del settore con notevoli investimenti privati, come certifica l’Osservatorio H2IT.
Una dinamicità incoraggiata dal Governo, che ha tra i suoi obiettivi la decarbonizzazione e la transizione energetica, ma che richiede una nuova produzione normativa per contribuire a fissare regole e procedure in grado di scongiurare incidenti. In applicazione del decreto Pnrr 3, è stato istituto il Comitato centrale per la sicurezza tecnica della transizione energetica e per la gestione dei rischi connessi ai cambiamenti climatici. Si tratta di un organismo, insediato al dipartimento dei Vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile, indicato quale organo tecnico consultivo e propositivo sulle “nuove” energie.
Si studiano i sistemi e gli impianti alimentati da idrogeno, comprese le celle a combustibile, da gas naturale liquefatto e di accumulo elettrochimico, i sistemi di produzione di energia elettrica innovativi e le soluzioni adottate per il contrasto al rischio legato ai cambiamenti climatici e al risparmio energetico. L’obiettivo è triplice: valutare i rischi per l’incolumità delle persone, della salute e dell’ambiente; fissare le regole per la costruzione degli impianti; elaborare una “nuova” capacità di intervento da parte dei soccorritori in caso di emergenza.
«Lo sviluppo di settori innovativi come quello dei nuovi vettori energetici», spiega il prefetto Laura Lega, capo del dipartimento, «richiede massima attenzione e sollecitudine da parte delle istituzioni, affinché accompagnino il mondo dell’impresa nel cogliere le opportunità offerte dall’evoluzione tecnologica in una chiave di massima sicurezza e sostenibilità per il Paese». Al Sole 24 Ore dice che «sono svolte numerose attività condivise con partner qualificati (Snam, Eni, Rina) per consentire al legislatore di adottare normative mirate che, in un alveo di sicurezza, potranno efficacemente contribuire a sviluppare nuove energie rinnovabili ed eco-compatibili».
Il fronte caldo è l’idrogeno. In tal senso alcuni interventi normativi sono stati già compiuti. il caso dell’aggiornamento della norma di prevenzione incendi sui distributori stradali di idrogeno per autotrazione, con misure tecniche per la costruzione degli impianti. Non solo. Il prefetto Lega annuncia che «attualmente è in fase avanzata l’elaborazione di una regola tecnica antincendio per gli impianti che producono idrogeno verde. Parametri che si tradurranno a breve in un decreto ministeriale». Il ministero dell’Interno sta lavorando a questo decreto per disciplinare le regole tecniche per la progettazione e la realizzazione degli elettrolizzatori, cioè i dispositivi per la produzione di idrogeno verde con apparecchiature mobili o situate in edifici dedicati. L’iter di emanazione del provvedimento è stato già avviato, considerata la priorità del tema.
Si vogliono fissare i requisiti di sicurezza antincendio per le attività imprenditoriali di produzione e stoccaggio dell’idrogeno, in termini di ubicazione dell’attività, distanze verso potenziali bersagli interni ed esterni, misure di prevenzione e di protezione da adottare (sistemi di rivelazione fughe gas, impianti di spegnimento ed altri) e direttive di esercizio per la corretta gestione dell’attività e dei possibili incidenti.
Al di là dell’ambito normativo, il dipartimento ha avviato numerosi progetti per valutare i rischi. Con il ministero delle Infrastrutture si sta lavorando alla realizzazione sperimentale di infrastrutture (elettrolizzatori, depositi e impianti per il trasferimento) per la mobilità ferroviaria mediante treni speciali alimentati a idrogeno. In collaborazione con le Università, il dipartimento sta portando avanti studi di simulazione e riproduzione in scala reale di incidenti con rilasci di idrogeno ad alta pressione (fino a 500 bar). Lo scopo è quello di avere una conoscenza più approfondita dei rischi connessi con l’impiego di questo elemento chimico. Ulteriori attività sperimentali sono state avviate con Eni, Snam e Rina. Si stanno valutando i profili di sicurezza legati al trasporto di miscele di idrogeno e metano utilizzando metanodotti già esistenti.