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Ecco cosa succede se Putin “nazifica” l’Europa | L’analisi di Goffredo Buccini

“Un pericolo totalitario molto attuale bussa alle porte orientali della nostra comunità, ora con più prepotenza di prima. E viene proprio da Mosca”. Così Goffredo Buccini sul Corriere della Sera.

“Putin – scrive l’editorialista – sta per farsi incoronare nuovamente a marzo con elezioni farsa, ha a disposizione legioni di coscritti da mandare ancora e ancora al macello contro Zelensky (anche se qualche rivolta nelle province inizia a fare capolino). Soprattutto, attende fiducioso che Trump torni alla Casa Bianca per logorare l’Alleanza atlantica. Il suo Russkij Mir (il mondo d’influenza russa) somiglia molto da vicino al Lebensraum, lo spazio vitale che Hitler rivendicava al Terzo Reich. Per sopravvivere l’autocrate di Mosca ha trasformato la propria economia in un’economia di guerra: per andare avanti, ha bisogno di guerra e ancora guerra. La Russia vive così una contraddizione lacerante, che può essere tenuta sottotraccia solo in una società nella quale è stata vietata la circolazione delle idee. Ha scelto la «Grande guerra patriottica» e la vittoria sui nazisti del 1945 quale nuovo «discorso legittimante», comune sostrato sentimentale della nazione, battaglia di popolo contro l’oppressore.

La faccenda – sottolinea Buccini –  va ben al di là dell’etichetta. Poco importa se una nazione con simili caratteri potrà definirsi fascista, stalinista o chissà cosa. Sarebbe interessante chiedere a Kara-Murza, Navalny o alle centinaia i dissidenti spediti in Siberia come ai vecchi tempi se una disputa nominalista abbia senso e li appassioni. Di fronte a una minaccia così prossima e concreta, all’assemblea di Strasburgo si è consumato uno scontro su Acca Larenzia, durante un dibattito promosso dal gruppo socialista di cui fa parte il Pd.

L’opposizione italiana, nella quale i dema guida Schlein sembrano sempre più attratti dai Cinque Stelle contrari a sostenere Zelensky, tiene alta la guardia contro ciò che del fascismo è rigurgitato dal Ventesimo secolo: ed è un’ottima cosa. Ma non vedere come certo pacifismo, sempre più prossimo all’appeasement sull’Ucraina, apra le porte a un totalitarismo ben più tangibile di qualche ectoplasma – conclude – è camminare verso un burrone voltati all’indietro”.

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