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È donna la miglior tesi tra i nuovi Direttori Sportivi di Coverciano: “il calcio cambi mentalità” | Il caso

Donne in campo – L’assist della Sociologia‘ è il titolo della tesi con cui Manuela de Luca si è diplomata all’ultimo corso per direttore sportivo tenuto a Coverciano, e che è stata ritenuta dalla commissione d’esame la miglior tesi del corso: un riconoscimento che le è valso anche una borsa di studio.

L’elaborato – pubblicato oggi sul sito della Figc – affronta un tema delicato e molto attuale, come quello delle differenze di genere all’interno del mondo calcistico, attraverso l’aiuto di un’analisi sociologica attenta e mirata.

Napoletana, trentotto anni, una laurea in Scienze della comunicazione e diversi master, oggi Manuela de Luca è dirigente della società Napoli femminile.

“Il corso di Coverciano è stato un’esigenza per aumentare le mie competenze in questo momento storico fondamentale per il calcio femminile – dice al telefono con l’ANSA – io mi sono avvicinata al calcio da ‘grande’, ho giocato a calcio a 5 con il Napoli Afro United, ne ho seguito il progetto al femminile, poi sono arrivata al Napoli Femminile dove oggi sono responsabile organizzativa del settore giovanile.

Diventare ds è stata un’esigenza di crescita professionale”.

De Luca ribadisce un concetto messo in evidenza nella tesi: “Il nostro calcio ha bisogno di scoprire nuove identità – sottolinea – Si potrebbe cominciare dai valori unisex, come il rispetto nei confronti degli arbitri, specie nei settori giovanili, indipendentemente se siano maschi o siano femmine, e la loro relativa tutela.

Si potrebbe allenare la cultura del rispetto tra sessi già in tenera età, un’allenatrice alla guida di una squadra di pulcini potrebbe essere l’occasione per scoprire nuovi codici e forme di comunicazione, oltre alla naturalizzazione della presenza femminile, anche in un contesto maschile”.

“Siamo un passo sotto – aggiunge – Oggi la cultura del sessismo tende a destabilizzare le vittime e non i responsabili.

Ultimo esempio è quanto accaduto a Trigoria con il licenziamento della dipendente dopo la diffusione da parte di un giocatore della Primavera di un video intimo.

È tutto molto squallido – sottolinea Manuela de Luca – stanno proteggendo e tutelando una risorsa a discapito della ragazza.

Se non cambiamo mentalità non raggiungeremo mai la parità di genere”.

De Luca sottolinea la necessità “di educare al rispetto, a cominciare dalle famiglie.

Bisogna creare un nuovo modello”.

Quanto al futuro, non nasconde che le piacerebbe lavorare nel ‘maschile’.

“Sarebbe una bella opportunità – dice – ma mi piacerebbe che ci fosse più spazio per le donne anche nel femminile.

Per creare un ambiente nel quale le donne tutelino le donne mentre ora troppo spesso c’è una spirale di silenzio.

Sentirsi parte di un gruppo può aiutare nelle situazioni in cui si è vittime di violenza.

Lo sport e lo spogliatoio creano un cerchio di tutela, che aiuta la donna a denunciare”.

E poi un sogno: “quello di vedere una squadra della mia città, con tutte ragazze cresciute nel nostro settore giovanile, portare a casa la vittoria di un campionato.

Dando così vita a una nuova identità, con calciatrici simbolo positivo di appartenenza al territorio”.

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