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Dobbiamo rigenerare il nostro patrimonio immobiliare. Può essere una grande opportunità

Bisogna far capire a tutti che il mondo dell’immobiliare è la prima industria del Paese, il primo detentore di ricchezza, il primo che coinvolge l’interesse globale di tutti i cittadini, il primo per opportunità che ha di creare lavoro, il primo come leva attrattiva per richiamare in Italia gli investimenti esteri.

Oggi il mondo immobiliare, pubblico e privato, soffre dei problemi e delle tensioni di un latente conflitto generazionale. La sua storia ha attraversato, in Italia, negli ultimi 50 anni, tre grandi fasi:

-la prima in cui si è espanso;

-la seconda in cui è stato fortemente finanziarizzato;

-la terza, quella attuale, in cui bisogna rifunzionalizzare il patrimonio immobiliare esistente perché sono nate nuove esigenze. Il mondo è cambiato, le città stanno cambiando, i prodotti e le modalità costruttive sono e stanno cambiando, per fortuna. Siamo cresciuti ed adesso dobbiamo dare prova di essere adulti altrimenti questi 50 anni saranno passati invano.

Ci troviamo di fronte ad una grande opportunità ed è bene che siano proprio i nostri giovani e proprio in questo periodo di crisi ad avere l’opportunità di riprogrammare e rifunzionalizzare l’intero patrimonio immobiliare esistente anche se costretti in una selva di regole e vincoli: i nostri padri hanno avuto il primo boom loro possono avere il secondo.

Come creare tutto il patrimonio immobiliare che ci ritroviamo non è stato un costo, così la sua rigenerazione non deve essere considerato un costo, ma una grande opportunità.

Quello che il settore immobiliare può dare al ns Paese è infinitamente più grande di quanto possiamo percepire.

Solo il parco immobiliare privato conta circa 32 milioni di appartamenti e più della metà hanno bisogno di essere rigenerate. Parliamo di investimenti per circa 1.200 miliardi di Euro per i prossimi 30/40 anni. Adesso possiamo e dobbiamo predisporre un piano di lunga durata per rigenerare le città che deve essere gestito con le competenze e le innovazioni.

Gli immobili, in futuro, non dovranno svolgere la sola funzione dell’abitare e del lavorare ma, saranno sempre più i servizi a contare ed a richiedere soluzioni più avanzate e sofisticate. Il futuro dell’abitare sarà strettamente connesso a come vorremo vivere e con quale livello di libertà.

Dovremo abituarci a lavorare sul patrimonio immobiliare usando termini come flessibilità, multifunzionalità, tecnologia, efficienza, ristrutturazione, green economy, invecchiamento della popolazione ed usando concetti come “a misura d’uomo”, nuove idee, intelligenza umana, bisogno formativo, integrazione della conoscenze, approccio progettuale.

Guardando al futuro sicuramente possiamo ipotizzare una ripresa del mercato immobiliare con una crescita qualitativa anziché quantitativa con molta attenzione verso la sostenibilità, con scarso consumo del suolo e quindi recupero, con miglioramento sismico ed efficientamento energetico degli immobili esistenti.

La carenza di aree, nella maggior parte delle grandi città, porterà ad un aumento dell’attività di ristrutturazione aumentando il recupero degli edifici e dei luoghi; dobbiamo avere la forza di ri-costruire e di ri-abitare, demolire il vecchio ed il brutto per dar vita a nuovi edifici senza invadere altro territorio, edifici più adatti alle esigenze delle persone che li abitano, con più attenzione ai consumi ambientali, al risparmio energetico ed alla sismica; rivitalizzare gli edifici storici in modo da trasformarli in una nuova visione del futuro.

Non dobbiamo vedere il tutto in negativo con impegni e costi gravanti sulla generazione attuale e quella futura perché se il ns patrimonio non fosse così desueto ed invecchiato non avremmo questa grande opportunità nel quale i ns giovani, i ns “cervelli” possono riversare il loro sapere.

Largo allora, e finalmente, ai nuovi amministratori manager del real estate, ai nuovi architetti ed urbanisti, ai nuovi ingegneri per le tecnologie più avanzate, con progettualità più innovativa ed al passo con i tempi.

Tutto il sistema del real estate ha una grande responsabilità sul futuro del nostro Paese da tempo in crisi. Una responsabilità che coinvolge tutti dai progettisti alle imprese, amministrazioni pubbliche, amministratori di condominio, associazioni di categoria e per finire i piccoli proprietari.

Negli ultimi anni la crisi ha portato alla luce la carenza di figure professionali che disponessero, al medesimo tempo, di competenze economico-finanziarie, tecniche ed umanistiche e se ciascuno di noi vuol restare in questo mercato, operando in maniera significativa, deve rafforzare ed integrare le proprie conoscenze.

Il vero salto culturale avverrà quando formeremo professionisti in grado di reagire alle nuove sfide che l’immobiliare pone, professionisti in grado di integrare alle conoscenze tecniche e finanziarie, quello socio-economiche e di sostenibilità, dei professionisti capaci di approfondire conoscenze settoriali capaci di comprendere i mutamenti del mercato e l’evoluzione sociale. Professionisti multidisciplinari capaci di coordinare gruppi di lavoro in grado di dare risposte a qualsiasi richiesta ed esigenza in un ambiente sempre più complesso come quello dell’immobiliare.

Professionisti con un obiettivo chiaro nel loro mandato: generare valore dando più servizi di qualità. Migliorare le condizioni degli immobili per renderli più efficienti e quindi con maggior valore commerciale sul mercato oltre che più confortevoli da vivere e da gestire.

Per risollevare il paese occorre attuare politiche che impongono soluzioni di rinnovamento, senza implicare necessariamente risorse pubbliche dirette.

Rientrano in questa ottica le norme sul SISMABONUS e sull’ECOBONUS.

La riqualificazione sismica ed energetica degli immobili potrà essere una significativa leva di ripresa e rigenerazione immobiliare, attuabile attraverso obiettivi, strumenti e finanza agevolata che inducono amministrazioni pubbliche, imprese e privati ad una alleanza strategica a patto di conoscere a fondo gli strumenti attuativi.

Conoscenze che porteranno ad un cambiamento radicale del parco immobiliare verso una trasformazione eco-sostenibile per i proprietari ed opportunità di lavoro per gli addetti.

In tutto questo, il cittadino piccolo proprietario, deve avere le giuste informazioni soprattutto dagli amministratori che, anche se non direttamente, devono sapere a chi rivolgersi per dare migliori risposte alle loro esigenze. Devono sapere quali sono i professionisti da coinvolgere per una progettazione integrata che sappia tener conto delle diverse problematiche presenti sugli immobili e dei bisogni di chi li abita.

Oggi con l’ecobonus, il sismabonus ed altre opportunità ed innovazioni, abbiamo l’occasione di rigenerare il parco immobiliare esistente e noi imprese dell’ANCE siamo pronte, con la ns esperienza e con la visione di chi si auspica un paese moderno, e non di cementificatori, come una sciocca campagna fintamente sostenibile ha messo in giro da decenni.

Siamo pronte a venirvi in aiuto con società altamente specializzate e vi informo che stiamo firmando protocolli di intesa sia per la cessione del credito fiscale che per finanziamenti agevolati che garantiranno lavori e finanza per la casa degli italiani che devono valorizzare i risparmi investiti nelle abitazioni.

Le imprese serie lo sanno e ci stanno investendo, sta al mercato scegliere le più specializzate, competenti ed innovative che, insieme a tecnici professionali, daranno quel valore aggiunto con risultati positivi anche per la ripresa economica del paese.

Volendo sintetizzare al massimo quanto ho detto, credo che il futuro dell’abitare e quindi del real estate, per il prossimo decennio, debba rimettere al centro un soggetto troppo spesso dimenticato: l’Uomo, con i suoi bisogni, le sue aspirazioni e i suoi ideali. Per fare questo però occorre l’aiuto della tecnologia sapientemente manovrata dall’intelligenza.

Ecco allora dipanarsi come da una matassa il filo conduttore del futuro: un uomo dotato di competenze ed intelligenza capace di produrre nuovi modelli abitativi basati sulla qualità e la professionalità.

Ognuno comunque può avere una sua visione dell’evoluzione della società, dei mercati, dell’economia, della tecnologia ma indubbiamente c’è una consapevolezza comune che sta per iniziare un nuovo percorso virtuoso a cui siamo chiamati tutti a contribuire. Il decennio 2020/2030 segnerà probabilmente la linea di demarcazione tra due generazioni: quella attuale che ha conosciuto l’epopea del real estate, la successiva crisi e l’auspicabile ripresa e quella dei giovani che non hanno visto altro che macerie e rovine. Tra poco toccherà a loro prendere in mano il timone delle imprese e della società: qualche insegnamento l’hanno ricevuto, molto lo stanno imparando sulla propria pelle ed altro ancora dovranno impararlo da soli.

Sono sicuro che davanti a loro si presenteranno scenari di successo e di difficoltà e mi auguro che sapranno attutirne gli effetti sia di esaltazione che di depressione. Un esercizio che non è riuscito a noi predecessori che ci siamo ultimamente appiattiti abituandoci alla mediocrità generale. In ogni caso non facciamoci spaventare dal futuro, rimbocchiamoci le maniche e siamo aperti alle innovazioni. Ricordiamoci che rinnovare sapientemente il patrimonio immobiliare esistente non sarà un costo ma un grande investimento per il futuro.          

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