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Ferruccio de Bortoli: «Guardiamoci dall’illusione del “tutto è possibile”»

Il periodo della pandemia ha determinato una situazione di forte squilibrio economico. Ferruccio de Bortoli, analizza l’innalzamento della fiducia nell’economia, ponendo dubbi sul fatto che sia tutto possibile. «Mentre una parte del Paese soffre un impoverimento drammatico» scrive «ve n’è un’altra che sta decisamente meglio. E tende, purtroppo, a dimenticarsi di quella che sta peggio. I mercati finanziari sono ai massimi. L’industria manifatturiera italiana non è mai andata così bene».

«Abbiamo bisogno, mai come oggi, di fiducia e speranza che sono beni non quotati su alcun mercato. Dipendono dalla qualità e soprattutto dalla serietà di ciò che facciamo. A tutti i livelli. Non abbiamo bisogno però di coltivare facili illusioni e credere di essere quello che non siamo. E soprattutto dobbiamo guardarci dalla tentazione del “tutto è possibile”», prosegue sul Corriere della Sera.

La sostenibile leggerezza del debito, di cui si parla poco, incoraggia progetti e persino sogni. Non abbiamo sentito nessuno, in questo drammatico tornante della vita del Paese, dire con onestà che qualcosa non è fattibile perché «non ce lo possiamo permettere».

Se tutto è possibile (spese e sussidi, ammortizzatori, ovvero redistribuzione) ciò che è assolutamente necessario (investimenti che creano reddito e lavoro) riceverà meno attenzioni e risorse. Curioso che nel dibattito sul Piano nazionale di ripresa e resilienza si insista spesso nel sottolineare quello che non c’è, anziché interrogarci su come realizzare per tempo quello che c’è. E che senza 48 riforme da approvare entro il 2026 non ci sarà mai. Il senso dell’urgenza è scomparso, come se il Pnrr fosse già stato realizzato.

«Lo sviluppo lo fanno le persone» ha detto ieri il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi «con le loro competenze». Vero. In questi anni ci siamo dimenticati che il capitale umano non si forma magicamente come un’emissione di titoli di Stato. Non lo si crea stampando moneta, né lo si prende a debito. Abbiamo imparato veramente la lezione?».

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