I dati del 2023 confermano la tendenza decennale, dal 2014, al calo ininterrotto della popolazione residente in Italia. Non si tratta di una congiuntura, ma di un andamento consolidato.
È quanto emerge dal Censimento della popolazione 2023 dell’Istat. Tuttavia, durante la presentazione dei focus regionali a Roma, è stato evidenziato che gli andamenti sul territorio non sono omogenei.
Il Nord, sia Nord-Est che Nord-Ovest, registra un aumento della popolazione residente, in tutte le regioni ad eccezione della Valle d’Aosta. Al contrario, il Centro, il Sud e le Isole perdono popolazione, con cali generalizzati in tutte le regioni.
A livello provinciale, fanno eccezione rispetto alla crescita del Nord: cinque province su otto del Piemonte (Vercelli, Biella, Verbano-Cusio-Ossola, Asti e Alessandria), Aosta, tre su sette del Veneto (Belluno, Venezia e Rovigo) e due su quattro del Friuli-Venezia Giulia (Udine e Trieste).
Controtendenza anche nel Centro, dove crescono quattro province della Toscana (Pistoia, Firenze, Prato e Pisa) e una delle Marche (Pesaro e Urbino). Nel Sud si registrano incrementi solo a Caserta e Teramo, mentre nelle Isole l’unica eccezione è Ragusa.
Le province che perdono popolazione sono 62 su 107, pari al 58%. La stessa percentuale si applica anche ai comuni in decremento.
Per quanto riguarda il saldo naturale (nati meno morti), il dato è negativo in tutte le regioni e province, tranne che a Bolzano, con un totale di -291.175 unità. A livello comunale, il saldo naturale è positivo in 584 comuni, nullo in 180 e negativo in ben 7.138.
I comuni con saldo naturale positivo sono soprattutto quelli più piccoli, dove le variazioni possono essere ampie da un anno all’altro. Fanno eccezione alcuni grandi comuni con più di 50.000 abitanti come Cerignola e Altamura in Puglia, Acerra, Afragola e Giugliano in Campania in provincia di Napoli.
Tra i centenari in Italia quasi 8 su 10 sono donne
Anche nel 2023 la componente femminile prevale nella popolazione italiana, rappresentando il 51,1% del totale. Tra i centenari, quasi 8 su 10 sono donne.
La percentuale più bassa di donne si registra in Molise (50,5%), mentre quella più alta in Liguria (51,7%). La componente femminile è particolarmente rilevante nelle fasce d’età più avanzate.
Nei comuni più piccoli, con meno di 1.000 abitanti, prevale invece la componente maschile. Il primato spetta a Salza di Pinerolo (Torino), con solo 71 residenti e una percentuale maschile pari al 64,8%.
La popolazione italiana continua ad invecchiare: l’età media nel 2023 è di 46,6 anni (+0,2 rispetto al 2022). L’invecchiamento riguarda tutte le regioni, con incrementi maggiori in Sardegna e Puglia (+0,4). La regione più anziana è la Liguria, con un’età media di 49,5 anni, e Savona è la provincia con la struttura demografica più anziana. La regione più giovane è la Campania, con un’età media di 44,2 anni; Caserta (43,3) e Napoli (43,4) sono le province più giovani.
Nel 2023, secondo i dati Istat, la popolazione straniera residente in Italia è pari a 112.000 unità, ovvero l’8,9% della popolazione totale (+0,2 rispetto al 2022). L’aumento è generalizzato in tutte le regioni, con picchi in Molise (+61,5 per mille), Basilicata (+49,5) e Campania (+46,4).
L’incidenza della popolazione straniera è più elevata al Nord e al Centro (11%) rispetto al Sud (4,5%).
I comuni con una popolazione compresa tra 50.001 e 100.000 abitanti e quelli con più di 100.000 abitanti registrano la presenza straniera più alta, rispettivamente del 12,2% e dell’8,8%. Nei piccoli comuni, l’incidenza è decisamente inferiore.
Almeno la metà degli stranieri residenti in Italia sono donne, ma la loro incidenza varia: le regioni con prevalenza maschile sono Liguria, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia.
La popolazione straniera è anche sensibilmente più giovane rispetto a quella italiana: l’indice di vecchiaia è pari a 36,8, contro i 222,2 della popolazione italiana.