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Eduardo Cuoco (direttore Ifoam): «Biologico per essere più autonomi, anche dal gas russo»

«Il biologico può essere uno strumento importante per supportare una ripresa» del settore agricolo ucraino. Queste le parole Eduardo Cuoco, direttore dell’Ifoam, la federazione internazionale dei movimenti per l’agricoltura biologica. «In un momento in cui c’è la necessità di renderci liberi dal gas russo, l’agricoltura sta subendo un grave danno perché si basa in maniera importante sui fertilizzanti a base di azoto che altro non sono che un sottoprodotto del gas». Per questo ora più che mai l’Europa ha bisogno «produrre senza dover ricorrere a input esterni, rendendoci indipendenti da altri Paesi».

Tra l’altro, l’utilizzo di questi fertilizzanti «rappresenta uno dei maggiori costi che devono sostenere gli agricoltori in questo momento» aggiunge «legato alla speculazione ma anche all’aumento dei prezzi energetici, essendo prodotti dal gas. Prezzi che sono impennati in maniera importante».

Stesso discorso per la tecnologia applicata all’agricoltura «che sicuramente potrà dare una mano a ridurre l’uso di pesticidi e fertilizzanti ma che dipende fortemente da alcuni territori e il Donbass, non a caso, è uno di quei territori ricchi di terre rare che servono alla costruzione di device tecnologici che in molti auspicano di applicare anche all’agricoltura. Anche lì, il timore è che di innescare un nuovo ciclo di dipendenze anche dalle terre rare». Insomma, «il biologico è lo strumento più innovativo che abbiamo per produrre cibo di qualità e in maniera indipendente da fattori esterni, un modello di food sovranity e di indipendenza energetica», sottolinea Cuoco.

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