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Cultura: la sorte dei piccoli musei ai tempi di Covid-19

Una strategia che parte dal basso. In un’intervista all’Italpress, l’assessore alla Cultura e all’Autonomia della Regione Lombardia, Stefano Bruno Galli, definisce le linee guida per il rilancio del settore culturale lombardo, fortemente colpito dalla crisi indotta dal Covid-19: “Mi interessa salvare i musei privati e il singolo museo nel borgo di periferia perché è quello che rischia di chiudere ben più dei ‘big’ come La Scala e il Piccolo Teatro di Milano, che hanno tutele infinite”. Un comparto, dice Galli, per nulla aiutato dal Governo: Roma, dice, “per la rete museale ha messo in campo 50 milioni di euro, che certamente non bastano né alla mia Regione né a tutti i musei italiani, da Bolzano a Palermo”. Secondo Galli, “in Lombardia la situazione è particolarmente delicata, innanzitutto per una questione di numeri: in Regione ci sono 500 musei e 291 fra teatri e cinema, non considerando quelli parrocchiali. Una realtà molto vasta che, prima del coronavirus, era in fortissima ascesa, soprattutto quella museale”, in controtendenza rispetto alla media nazionale. “Mentre i musei in tutta Italia andavano male – sottolinea l’assessore – in Lombardia stavano volando, come il Museo della Scienza e Tecnologia, il Bagatti Valsecchi a Milano e il Vittoriale a Gardone”.

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