Claudio Gorelli, Presidente Fondazione nazionale tra i Cavalieri di Gran Croce, ha partecipato agli Stati Generali della Ripartenza 2025 “Insieme per far crescere l’Italia”, organizzati a Bologna dal 27 al 29 novembre 2025 dall’Osservatorio economico e sociale “Riparte l’Italia”.
Il suo intervento si è tenuto nel panel “Cybersicurezza: le questioni all’ordine del giorno e il ruolo dell’industria italiana“, moderato dal giornalista Giuseppe Brindisi.
Ecco l’intervista rilasciata prima di partecipare all’evento.
A che punto siamo sulla cyber security?
Allora, è una domanda che richiede una risposta articolata. Siamo molto avanti per quanto riguarda la digitalizzazione che ha avuto un grosso impulso negli ultimi anni anche a seguito dei finanziamenti dell’Unione Europea e è stata accolta bene sia dai cittadini ma ancora più dalle imprese perché dalla digitalizzazione sono venuti risparmio sui costi, maggiore efficienza, maggiore competitività.
Diverso invece il discorso sulla cyber sicurezza. La cyber sicurezza viene vista spesso come un costo e come tale trova maggiore resistenza da parte del mondo produttivo. Anche qua però la risposta è articolata perché le piccole e medie imprese rispondono in modo differente ovviamente dalle grandi imprese, le imprese che esportano rispondono in un modo diverso da quelle che non esportano, le imprese di servizi rispondono in un modo diverso da quelle che invece che producono, che possono essere più aggredite.
Invece abbiamo visto che tra le imprese del nord, del centro nord e del sud non c’è poi una grande differenza. Entrambe vengono colpite dagli attacchi cyber di phishing che è la cosa più diffusa circa l’ottanta per cento. Molte imprese purtroppo non sono aggiornate sulle ultime normative della cyber sicurezza come la NIS 2. Quindi c’è molto lavoro da fare e tutto quanto è il futuro e il successo di questa grandissima rivoluzione cyber digitale dipenderà dalla formazione, dalla formazione di tutti noi.
I conflitti internazionali hanno aumentato la sensibilità sulla cyber security?
No. Allora prima di tutto c’è stata una sensibilizzazione maggiore perché evidentemente il clima attorno, le informazioni che piovono in continuazione su quelli che sono gli attacchi fanno sì che ci sia una maggiore attenzione e questo crea una maggiore risposta, una maggiore disponibilità ad avere risorse da destinare al tipo di tutela nei confronti degli attacchi che vengono da fuori. Anche qua tuttavia dipende un po’ dalla stratificazione delle imprese.
Noi abbiamo fatto un grosso lavoro sulle piccole e medie imprese perché sono il 90% e passa del tessuto nazionale e quindi una risposta alla tutela del sistema paese avviene anche attraverso questo lavoro minuto che deve essere fatto in ciascuna piccola realtà nel nostro paese.
Quanto è importante il dialogo del modello Stati Generali?
Allora, dato che il problema che io prima ho sollevato, posto, sottolineato è culturale, questa sede è una sede in cui proprio questi discorsi culturali vengono posti in grande evidenza.
Quindi è la sede idonea, così come altre, per poter dibattere e sensibilizzare le persone a un obiettivo perché gli stati generali della ripartenza si pongono un obiettivo, quello di avere un paese migliore. Il paese può diventare migliore solo concorso con tutti e con la consapevolezza che tutti quanti dobbiamo partecipare a fare del nostro meglio in tutti gli ambienti, in tutte le realtà.
Ecco il collegamento per rivedere l’intero panel in cui è stato coinvolto il Presidente Gorelli








