Secondo quanto evidenziato dalla Cgia di Mestre, a causa dei rincari delle bollette (+55% l’elettricità, +41,8% il gas, secondo quanto annunciato da Arera) 500mila lavoratori dei settori energivori potrebbero rimanere a casa nei primi sei mesi dell’anno.
La prima indicazione che arriva dalle battute iniziali del 2022 è che il disallineamento tra mercati finanziari ed economia reale, già iniziato in periodo pandemico, è sempre più marcato. Da una parte, scrive MF, c’è una borsa che cresce, fiduciosa nel fatto che il ceppo Omicron del Covid-19, ai primi studi meno letale dei precedenti, possa segnare finalmente l’uscita dall’emergenza sanitaria.
Dall’altra aziende e consumatori, alla presa con una minaccia che potrebbe incidere, e molto, sulla crescita economica nazionale: il rincaro di energia e materie prime. A soffrire di più saranno le aziende del made in Italy: vetro, carta, ceramica, cemento, meccanica pesante, ma anche chimica e alimentazione. In totale questi comparti impiegano 1,8 milioni di addetti, il 30% dei quali potrebbe trovarsi senza lavoro, anche se solo temporaneamente, a causa dell’arresto degli impianti, privi di materie prime e con costi energetici insostenibili.
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