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Cala la domanda di prestiti nel terzo trimestre per la troppa rigidità | L’analisi

Nel terzo trimestre i criteri di offerta sui prestiti alle imprese hanno registrato un ulteriore irrigidimento, ancora guidato dalla minore tolleranza e maggiore percezione del rischio.

Questi fattori hanno contribuito anche all’inasprimento dei termini e delle condizioni generali su tali finanziamenti che è stato in parte attenuato dalla riduzione dei margini applicati dalle banche, in particolare sui prestiti meno rischiosi, come conseguenza di una crescente pressione concorrenziale.

È quanto emerge dai risultati per le banche italiane nell’ambito dell’indagine sul credito bancario nell’area dell’euro.

All’indagine, spiega Bankitalia, hanno partecipato 13 tra i principali gruppi bancari italiani.

INASPRITI CRITERI OFFERTA CREDITO AL CONSUMO, INVARIATI SU MUTUI

I criteri di offerta sui prestiti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni, spiega l’indagine, sono rimasti invariati, mentre quelli per il credito al consumo sono stati inaspriti.

I termini e le condizioni sono stati irrigiditi su entrambe le categorie di finanziamenti nonostante la maggior pressione concorrenziale.

Per il trimestre in corso gli intermediari si attendono che i criteri di offerta sui prestiti alle società non finanziarie rimangano stabili, mentre quelli sui finanziamenti alle famiglie verrebbero inaspriti.

CALA DOMANDA CREDITO DA PARTE IMPRESE E FAMIGLIE

La domanda di credito da parte delle imprese è nuovamente diminuita riflettendo in particolare l’aumento del livello dei tassi di interesse, il calo del fabbisogno per la spesa in investimenti fissi e il maggior ricorso all’autofinanziamento.

La richiesta di finanziamenti da parte delle famiglie si è ridotta sia per l’acquisto di abitazioni sia per la finalità di consumo; in entrambi i casi, il più elevato livello dei tassi di interesse e il peggioramento della fiducia ha continuato a esercitare un contributo negativo.

Nel trimestre in corso la domanda di prestiti da parte di imprese e famiglie diminuirebbe ulteriormente.

DA AUMENTO TASSI IMPATTO POSITIVO SU REDDITIVITA’

Gli aumenti dei tassi di interesse di riferimento della Bce hanno avuto un impatto positivo sulla redditività complessiva degli intermediari ascrivibile al rialzo degli interessi attivi netti.

Nei prossimi sei mesi, tale effetto si attenuerebbe a seguito di un minore impatto sui margini e di maggiori accantonamenti e rettifiche di valore da parte degli intermediari.

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