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Carlo Bonomi (presidente Confindustria): «La minaccia del virus va ridotta al minimo»

La risalita nel numero dei contagi sta rendendo sempre più urgente l’attuazione di un sistema alternativo alle chiusure che hanno caratterizzato lo scorso anno, che sia in grado di tutelare le riaperture così come la sicurezza. La posizione del presidente di Confindustria, Carlo Bonomi è chiara: «l’unica minaccia a una crescita sostenuta oggi è il virus. Quella minaccia va ridotta al minimo possibile».

«Il governo sta ascoltando tutti per farsi un quadro della situazione. C’è un aumento di contagi legato alla variante Delta e anche a Confindustria ha chiesto delle valutazioni, che abbiamo dato in una nota scritta. L’obiettivo di fondo è consolidare la ripresa per recuperare il reddito e il prodotto perduti, per tutelare i posti di lavoro e perché in pandemia abbiamo contratto un debito astronomico».

«Nel quadro di regole attuale, dunque, con piena tutela della privacy e della libertà di scelta dei singoli, l’uso del green pass prevede tre criteri: il vaccino, l’immunità per aver contratto il Covid o il tampone» spiega Bonomi, in un’intervista al Corriere della Sera.

«Mai chiesto di rendere il vaccino obbligatorio per accedere al luogo di lavoro. E mai parlato di applicazione unilaterale. Ho sentito troppi commenti a caldo, fatti» evidenzia «senza aver letto cosa in realtà avevamo detto esattamente. C’è stata una strumentalizzazione da parte di chi vuole rimettere in discussione i vaccini o magari vuole rivedere lo sblocco dei licenziamenti».

Esistono alcune opzioni: escludere le piccolissime imprese dal green pass, o far sì che il governo fornisca il tampone nelle aziende. Che soluzioni vede?

«Draghi» risponde Bonomi «sentirà le parti e credo che ci sarà una convergenza. Fin dal primo lockdown, Confindustria ha sempre dato prova di essere attenta alla salute, siamo stati i primi a chiedere protocolli di sicurezza nelle aziende. Le soluzioni possibili sono tante».

Per esempio?

«Nel primo lockdown i ristoranti furono chiusi e con loro le mense aziendali. Ma, con l’obbligo di green pass nei ristoranti dal 6 agosto, cosa succede alle mense? Come dobbiamo comportarci, visto anche che Inail considera il Covid un infortunio di cui l’azienda ha la responsabilità? Se è così, servono soluzioni chiare. Non ci si può far trovare ancora una volta impreparati e vorrei proprio vedere quali sindacati sono contrari alla tutela della salute dei lavoratori. Di certo una nuova ondata non deve fermare il lavoro e le imprese, il Paese non se lo può più permettere»

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