Fiat Chrysler, per mantenere aperte le fabbriche in Italia, chiede un prestito di poco più di 6 miliardi di euro a Intesa San Paolo con garanzia Sace (del gruppo Cassa Deposito e Prestiti) ed è subito polemica a livello politico. Sulle pagine de La Repubblica è intervenuto Marco Bentivoglio, leader della Fim-Cisl che è subito chiaro sulla questione. “La polemica sulla garanzia Sace al prestito di Intesa a Fca è una polemica da salotto radical chic. Sono due questioni diverse. Sovrapporle significa solo fare populismo da salotto. Questo autunno sarà un disastro ed è grave che esponenti del governo non conoscano l’elenco delle aziende italiane, peraltro a controllo pubblico, con sede in Olanda. E magari ritengano uno scandalo che un sindacalista difenda un’azienda”.
Parte della polemica è incentrata sul fatto che un’azienda italiana (FCA) debba mettere la sede legale in Olanda. “Infatti, secondo me, non dovrebbe – continua Bentivoglio – soprattutto non dovrebbe farlo in Olanda, Paese free rider che fa dumping fiscale ai danni degli altri Paesi dell’Unione. Sarebbe un bel segnale se Fca e Psa decidessero di localizzare altrove la sede della società che nascerà dalla fusione. Quando è andata ad Amsterdam il sistema olandese era l’unico che garantiva maggiori diritti di voto ai soci stabili delle società. Premiando così gli azionisti di lungo corso. Oggi – ha dichiarato il sindacalista – quella norma è contenuta nel decreto liquidità varato dal governo. Ci siamo arrivati con un bel po’ di ritardo”.
Altra polemica si è innescata sulla garanzia Sace. “Perché dopo due mesi di blocco della produzione quei soldi servono a garantire lo stipendio dei dipendenti e il pagamento dei fornitori di tutta la filiera. Stiamo parlando di 400 mila italiani che lavorano in fabbriche italiane. Fca Italia – conclude Bentivoglio – chiede un prestito per fare da garante alla filiera che non riesce ad accedere alla liquidità promessa alle piccole imprese dal decreto liquidità”.
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