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Benedetto Carambia, Head of R&D and Innovation at Movyon Gruppo Autostrade per l’Italia: “Le auto come sonda per evitare incidenti” | Stati Generali della Ripartenza

Nella giornata del 25 novembre, Benedetto Carambia, Head of R&D and Innovation at Movyon Gruppo Autostrade per l’Italia, ha dialogato con Gian Luca Pellegrini, Direttore di Quattroruote, durante il panel Made in Italy e innovazione tecnologica: il caso dell’automotive”, nel corso degli Stati Generali della Ripartenza organizzati a Bologna dall’Osservatorio economico e sociale Riparte l’Italia.

Gian Luca Pellegrini, a proposito delle infrastrutture e della necessita di creare, a fronte di auto intelligenti, altrettanto strade intelligenti, domanda se sia reale la fattibilità ed a che punto siamo e Benedetto Carambia risponde: “Mi affianco sostanzialmente a quello che è stato detto finora, si parla di rivoluzione della mobilità, il veicolo è l’elemento che per eccellenza deve rispondere a questo tipo di rivoluzione, ma affianco alla rivoluzione del veicolo ci deve essere anche una rivisitazione dell’infrastruttura perché possa accogliere questo tipo di avanzamento”.

In questo senso, – continua Benedetto Carambia – il gruppo Autostrade per l’Italia ha impostato un piano di ammodernamento e di digitalizzazione della propria infrastruttura, da una parte proprio per supportare quello che il veicolo si aspetta in termini di informazioni ed anche eventualmente poter recepire le informazioni che il veicolo è in grado di fornire, e dall’altra parte però è importante poter in qualche modo fornire al veicolo delle ulteriori informazioni proprio perché questo strato di maggiore sicurezza e di servizi aggiuntivi che vengono forniti alla propria utenza possa essere in qualche modo implementato”.

“Il gruppo sta già svolgendo diverse attività in questo senso, – precisa Benedetto Carambia –abbiamo per esempio già attrezzato 52 km dalla nostra rete nella tratta tra Bologna e Firenze, quindi qui vicino sulla A1, con tutta una serie di tecnologie che permettono al veicolo di interloquire con l’infrastruttura, grazie a degli apparati di telecomunicazione, che sono completamente integrati nei nostri sistemi di gestione del traffico. Quindi, a questo punto il veicolo riceve delle informazioni validate proprio da chi in questo momento sta raccogliendo la situazione in termini di traffico, anche eventi che possono essere critici, proprio per intercedere in quello che poi alla fine è la guida del veicolo stesso”.

Poi aggiunge Carambia: “D’altro canto, noi vorremmo utilizzare il veicolo proprio come sonda, che riesca a fornire delle informazioni che poi ci sono utili per migliorare il tipo di manutenzione che noi facciamo nella nostra infrastruttura. La principale, nel contatto tra pneumatico e asfalto, è proprio la pavimentazione stradale, proprio per ridurre gli eventi che possono causare l’incidentalità e dall’altra parte dobbiamo in qualche modo fornire tecnologie che supportino invece il cambiamento di alimentazione del veicolo stesso. Si è parlato per tanto tempo durante questo panel del veicolo elettrico, ecco che il gruppo Autostrada per l’Italia ha appena completato 100 aree di servizio attrezzate con delle colonnine fast charge, che è un grande passo di digitalizzazione e infrastrutturazione proprio per permettere al veicolo elettrico di cominciare a uscire fuori dal contesto urbano, e cominciare a percorrere anche lunghe percorrenze”.

“Abbiamo anche attrezzato l’autostrada A26 – conclude Benedetto Carambia – per sperimentare la guida autonoma. Quindi mi affianco a quello che è stato detto in termini di innovazione, il gruppo Autostrada per l’Italia ha molti rapporti con le università e le start up a livello italiano in primis, ma ci allarghiamo anche fuori, ed uno dei contesti dove vediamo la sintesi tra sicurezza, sostenibilità e in qualche modo anche condivisione della mobilità è proprio quello della guida autonoma. Stiamo sperimentando, e la prima tratta autostradale in Italia a essere stata autorizzata dal Ministero per accogliere le proprie sperimentazioni sulla guida autonoma a traffico aperto, ce l’abbiamo sulla A26, la tratta che proprio da Milano va verso Genova, e col Politecnico di Milano stiamo svolgendo questo tipo di sperimentazione utilizzando una bellissima Maserati MC20 attrezzata ad hoc con tutte le tecnologie, che poi sono le stesse che vengono utilizzate dai veicoli di serie, che oltreoceano già si possono vedere, e che possono condurre l’utenza verso una mobilità più sicura, perché ricordiamoci che il 90% degli incidenti ad oggi è dovuto a errori umani, a distrazioni in particolare, quindi questo tipo di tecnologie noi ci aspettiam, possano migliorare tantissimo la mobilità anche dal punto di vista di sicurezza”.

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