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Ambiente: in Italia spesi solo il 9% di fondi Ets per la lotta al cambiamento climatico | L’analisi di Ecco

Tra il 2012 e il 2024 l’Italia ha incassato 15,6 miliardi di euro dalle aste del sistema europeo Ets 1 (Emissions Trading System), ma solo il 9% è stato destinato a misure per la lotta ai cambiamenti climatici, a fronte dell’obbligo di legge di impiegare almeno il 50% dei fondi.

È quanto emerge dall’analisi di Ecco, think tank italiano per il clima, che evidenzia carenze nella pianificazione della spesa e nella tracciabilità dei fondi nei documenti presentati da Roma alla Commissione Ue.

Secondo il rapporto, il 42% dei proventi delle aste 2012-2013 non è stato ancora speso, mentre “rimangono dubbi sull’efficacia della destinazione di 3,6 miliardi di euro utilizzati tra il 2021 e il 2022 per ridurre i costi delle bollette” durante la crisi del gas.

Matteo Leonardi, direttore di Ecco, avverte che il sistema Ets 1 potrebbe generare fino a 33 miliardi di euro nei prossimi 5 anni, ed è dunque cruciale evitare che questi fondi vengano “dispersi in misure emergenziali” invece di finanziare la transizione energetica e aiutare famiglie e imprese a investire in tecnologie alternative per ridurre la dipendenza dalle fonti fossili, con ricadute positive in termini di competitività e sicurezza dei mercati.

Con l’introduzione del sistema Ets 2 nel 2027, è previsto un ulteriore afflusso di circa 40 miliardi di euro, di cui 7 destinati al Fondo sociale per il clima, pensato per proteggere le fasce più vulnerabili della popolazione dalla povertà energetica.

Per garantire una gestione più efficiente delle risorse, il think tank propone una pianificazione della spesa più strategica (in linea con gli obiettivi già delineati nel Piano nazionale integrato energia e clima), maggiore trasparenza nella rendicontazione con l’introduzione di un sistema pubblico di monitoraggio della spesa, uno snellimento delle procedure amministrative e l’integrazione di Ets 2 nel sistema fiscale per allineare i prezzi dell’energia agli obiettivi di sostenibilità.

“Per un Paese come l’Italia, caratterizzato da un limitato spazio fiscale, l’uso efficiente ed efficace dei proventi delle aste Eu Ets rappresenta un’opportunità per finanziare la transizione energetica, ridurre la dipendenza dalle fonti fossili e garantire la competitività delle imprese”, rileva Chiara di Mambro, direttrice strategia Italia ed Europa di Ecco.

Ets 1, attivo dal 2005, è il sistema europeo per lo scambio di quote di emissione di gas serra, inizialmente applicato al settore elettrico e all’industria energivora e oggi esteso a oltre 10.000 impianti in Europa (oltre 1.000 in Italia).

Nel 2023 è stato espanso al settore aereo e navale e dal 2027 il sistema parallelo Ets 2 coinvolgerà anche i fornitori di carburanti per trasporti, edifici e piccole imprese.

Il sistema assegna “permessi” a emettere CO2, il cui numero si riduce nel tempo, determinando un prezzo basato su domanda e offerta, e i proventi delle aste con cui vengono emessi i permessi sono destinati a finanziare la transizione energetica.

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