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Allarme Bankitalia sui conti: i costi del Superbonus sono 5 volte oltre le stime | Lo scenario

ALTIMARI-22-aprile-2024

Continua ad allargarsi la voragine creata dal Superbonus nei conti pubblici. “Benchè il Def non includa informazioni esplicite alriguardo, si può valutare che l’ammontare dei crediti d’imposta perSuperbonus contabilizzati per competenza nei conti del 2023 pubblicati daIstat a inizio aprile sia pari a quasi 3,7 punti percentuali del Pil, 77miliardi. Si tratta di un valore di oltre cinque volte superiore a quantoil Def 2023 prevedeva sarebbe maturato nell’anno”, ha rilevato Bankitalia durante un’audizione sul Def davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato.

EFFETTI SUPERBONUS SU CONTI OLTRE STIME

Nel 2023 il miglioramento del disavanzo è stato “piú contenuto di quanto programmato dal governo lo scorso autunno”: la Nadef pianificava un calo di 2,7 punti percentuali del Pil, ha spiegato dal capo dipartimento Economia e Statistica di palazzo Koch, Sergio Nicoletti Altimari. Secondo le valutazioni contenute nel Def, la deviazione dagli obiettivi è “principalmente attribuibile ai maggiori oneri derivanti dal Superbonus -per 1,9 punti percentuali del prodotto- emersi solo successivamente alla predisposizione delle stime ufficiali autunnali (già la Nadef rivedeva al rialzo la stima rispetto al Def 2023 per 1,1 punti percentuali).

SU CRESCITA RISCHI RIBASSO, PNRR DECISIVO

Bankitalia ha quindi confermato le stime di crescita già diffuse: “secondo le nostre proiezioni, la crescita sarebbe dello 0,6% nel 2024 e in media poco al di sopra l’1% nel prossimo biennio”, ha detto Nicoletti Altimari. Nei primi mesi dell’anno, ha aggiunto Nicoletti Altimari, “la crescita sarebbe stata modesta”, mentre “la produzione manifatturiera è diminuita, a fronte di un recupero dei servizi e un’ulteriore espansione delle costruzioni”. L’inflazione rimane “molto contenuta, nella media del primo trimestre intorno all’1%”. I rischi per la crescita, ha proseguito, “sono orientati al ribasso” a causa “dell’incertezza” sulla ripresa dell’economia cinese, per “l’impatto della restrizione monetaria” e il “ridimensionamento” dei bonus edilizia, in particolare del superbonus. In questo contesto, ha messo in evidenza Nicoletti Altimari, “l’attuazione piena ed efficace del Pnrr è decisiva per conseguire il quadro di crescita delineato dal governo”.

INCERTEZZA DA REVISIONI COSTI SUPERBONUS, SERVE CHIAREZZA SU 2024-25

“Le ripetute revisioni al rialzo delle stime di costo di misure del passato generano inevitabilmente incertezza. Per contribuire a dissiparla occorrono informazioni su alcune variabili molto rilevanti per l’evoluzione dei conti, in particolare quelle relative agli incentivi edilizi che si prevede matureranno nel 2024-25 e ai tempi degli investimenti del Pnrr”, ha proseguito Altimari.

CON FUTURI INCENTIVI EVITARE GLI ERRORI DEL SUPERBONUS

“Nell’introdurre nuovi schemi di incentivazione occorrerà peraltro evitare di ripetere gli errori che hanno caratterizzato alcune misure recenti, in particolare l’esperienza del Superbonus”, ha spiegato Altimari aggiungendo che “la politica di bilancio sará chiamata, oltre a reperire risorse per le “politiche invariate” che si deciderà di perseguire, anche a finanziare le transizioni digitale e verde. Per raggiungere gli obiettivi a queste connessi, infatti, sembra necessario rafforzare gli investimenti pubblici in innovazione, il sistema di incentivi alla ricerca e sviluppo e all’efficientamento energetico”.

DA NUOVA PROROGA TAGLIO CUNEO INCERTEZZE E DISTORSIONI SU CONTI

Sulla riforma fiscale, Bankitalia ha messo in evidenza che “un’ulteriore proroga di natura temporanea degli sgravi contributivi accrescerebbe l’incertezza sull’evoluzione futura dei conti pubblici”. Secondo Via Nazionale, “rendere strutturali gli sgravi aprirebbe due questioni rilevanti. In primo luogo, verrebbe meno a livello aggregato l’equilibrio tra entrate contributive e uscite per prestazioni che, nel medio periodo, caratterizza il nostro sistema previdenziale e ne rappresenta un punto di forza”. In secondo luogo, “senza una modifica della struttura degli sgravi, i lavoratori con redditi prossimi alle soglie al di sotto delle quali si matura il beneficio continuerebbero a essere penalizzati da elevate aliquote marginali effettive, con effetti potenzialmente distorsivi dell’offerta di lavoro”.

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